“Varenna Ama… trice”. Oltre 5.000 euro dalla cena pro terremotati

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VARENNA – “Ringrazio tutti voi che avete voluto intervenire a questa serata non per il solito evento godereccio ma per manifestare vicinanza alle popolazioni colpite dal terremoto. Un dramma che purtroppo non si è esaurito in agosto, ma che proprio in questi giorni ci ha ricordato, con le nuove scosse sempre in Centro Italia, la precarietà continua, costante e quotidiana che vivono quelle popolazioni”.

Così il sindaco, Mauro Manzoni, ha introdotto sabato 29 ottobre la cena benefica significativamente denominata “Varenna Ama… trice” voluta dall’amministrazione comunale, che nell’occasione ha potuto contare sul contributo dei commercianti del posto e sulla collaborazione del Gruppo Alpini, della Pro loco, della parrocchia, dell’Associazione culturale Luigi Scanagatta, dell’Associazione operatori turistici di Varenna e Perledo, dell’Associazione Villa Cipressi, dell’Inter club “Centro Lario”,  dell’Associazione cuochi di Lecco e provincia, della Scuola alberghiera di  Casargo e del corpo musicale bellanese.

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Positiva la risposta della comunità varennese, grazie alla cui generosità sono stati venduti 230 menù, che hanno fatto sì che si raggiungesse la cifra di 5.200 euro, somma che sarà devoluta all’Associazione nazionale alpini e che verrà investita per azioni di intervento che interesseranno non soltanto le zone colpite dal terremoto del 24 agosto ma anche le nuove aree di emergenza.

“Oltre a tutte le associazione di Varenna e alle attività commerciali che si sono adoperate per la realizzazione di questa serata, chi con un contributo in denaro, chi donando qualcosa, chi spendendo un po’ del proprio tempo per organizzare l’evento – ha detto sempre il primo cittadino rivolgendosi direttamente ai partecipanti alla cena – ringrazio di cuore anche ciascuno di voi per essere intervenuti così numerosi e per avere risposto al nostro appello con tanta generosità”.

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“Questa solidarietà, pur “conviviale”, è più forte di quella del singolo – ha aggiunto – e in queste occasioni la comunità migliora i suoi legami, cresce e rafforza il senso di sostegno gli uni verso gli altri. Al contrario, la chiusura in se stessi va contro il naturale desiderio dell’uomo di farsi vicino al proprio simile, perché la solidarietà è proprio mettersi nella pelle dell’altro”.

Quindi un ultimo pensiero: “Non ci sono parole all’altezza di questi eventi. Ciò che spetta a noi tutti è assumere, ciascuno con i propri limiti, la responsabilità di sentirsi accanto a chi soffre e non pensare che i terremoti si verificano soltanto lontano da casa nostra”.