LECCO – Occhi elettronici ovunque, ci spiano, controllano tutto ciò che accade intorno a noi: un “Grande Fratello” necessario, che ha contribuito a rendere più sicure le città. Questo quanto emerso nel convegno di venerdì mattina, incentrato sulla videosorveglianza urbana, che si è tenuto presso l’auditorium della Camera di Commercio di Lecco. Un meeting che si è proposto come momento d’incontro tra le forze di polizia locali e le istituzioni, ma anche di confronto tra la città di Lecco e quella di Verona.
Nel 2010, la città veneta è stata scelta dal Ministero degli Interno per un progetto pilota di videosorveglianza intelligente, ovvero un sistema che mette in collegamento tutti i sistemi di videosorveglianza pubblici e privati esistenti sul territorio, per agevolare notevolmente il controllo dello stesso da parte delle forze dell’ordine.
Da parte sua, Lecco vanta un corposo numero di telecamere sparse nelle vie cittadine, complessivamente 95 apparecchi di cui 32 installati nel marzo di quest’anno; queste vere e proprie sentinelle hanno permesso, nella maggior parte dei casi, di risalire ai responsabili di atti illeciti. Inoltre, nel mese scorso, da Lecco è partito un progetto sperimentale, fortemente voluto dall’Amministrazione comunale, che ha aggiunto dei tablet alla dotazione delle forze dell’ordine: uno strumento che permette agli agenti di monitorare la situazione in città da qualsiasi postazione mobile.
Nasce così l’incontro tra queste due realtà nel convegno odierno, moderato dal Comandante della Polizia Locale di Lecco, Franco Morizio. Nel mezzo del confronto c’è il bisogno di carpire i risultati raggiunti e gli obbiettivi da prefissarsi in materia di videosorveglianza; a tal proposito è stato invitato un relatore d’eccezione: il presidente dell’Accademia Italiana Scienze Forensi ed ex-capo dei Ris di Parma, il generale Luciano Garofano:
“La prova scientifica, rispetto ad un passato nel quale non esistevano gli strumenti tecnologici attualmente a nostra disposizione, è diventata oggi fondamentale nelle indagini di polizia, e in questo ambito non può che essere annoverata anche la videosorveglianza. Quest’ultima si è rilevata decisiva in molti casi di cronaca, ultimo fra tutti l’attentato a Brindisi; infatti, è stato grazie alle immagini registrate dalla telecamere di sicurezza se si è riusciti a risalire al presunto responsabile. Ma spesso, tale tecnologia, risulta inefficace: questo per la scarsa qualità delle immagini, la collocazione non ottimale delle telecamere, e spesso per la mancata manutenzione e il non funzionamento delle stesse. E’ necessaria quindi maggiore accortezza per sfruttare al meglio le opportunità che ci offre tale strumentazione”.
Ad ascoltare il generale, un pubblico composto per la maggior parte da uomini delle forze dell’ordine, come il capo del gabinetto della Questura di Lecco, Andrea Atanasio e il capitano dei Carabinieri Francesco Motta, della società, come Monsignor Cecchin e il presidente della Camera di Commercio di Lecco, Vico Valassi, e delle istituzioni, tra questi il vicario del prefetto Chiara Armenia, e il sindaco di Lecco Virginio Brivio: “L’utilizzo corretto della videosorveglianza deve poter essere anche di natura educativa, ovvero pensare a tale sistema come alla comunità che guarda il comportamento dei suoi cittadini. Esiste un confine molto delicato rispetto alle norme sulla privacy – ha sottolineato il primo cittadino – ma cos’altro è la videosorveglianza se non l’utilizzo tecnologico dello sguardo della comunità sui comportamenti pubblicamente rilevanti dei cittadini, per tutelare beni pubblici e relazioni sociali. La videosorveglianza deve spingere la comunità verso comportamenti di tipo virtuoso, perché tutti siamo responsabili del giardino sotto casa, come dei monumenti e delle strade della città. La tecnologia però non può supplire all’attenzione che la comunità deve porre ai comportamenti dei propri cittadini”.
Sul palco, insieme al generale Garofano e al comandante Morizio, erano presenti il comandante della polizia locale di Verona, Luigi Altamura, il dirigente Samsung Italia, Antonio Burinato e il Sales director di Lutech spa, Manuele De Mattia; entrambe le aziende, rappresentate dai loro dirigenti, sono state coinvolte in progetti relativi alla sicurezza cittadina. A fare le veci per il comune di Lecco, l’assessore alla Sicurezza, Armando Volonté: “Ricordo la paura che aveva generato la prima proposta in Prefettura per la videosorveglianza a Lecco. Oggi è completamente cambiata – ha constatato l’assessore – non solo la percezione, ma anche la necessità che i cittadini attribuiscono alla videosorveglianza come elemento di sicurezza. I cittadini danno però molto valore alla presenza fisica degli agenti, dimenticandosi delle telecamere che li circondano, e sentendosi tranquilli nel vedere la polizia per le strade. La divisa, affiancata alle tecnologie, resta quindi un’idea sempre viva nei pensieri dei cittadini”.