ABBADIA – Ha destato incomprensione, rabbia e sgomento la notizia della morte del piccolo Nicolò Imberti, ucciso a soli 3 anni dalla madre in un raptus di follia.
La 25 ivoriana resta in carcere, mentre ad Abbadia si moltiplicano i gesti di solidarietà nei confronti di una famiglia sconvolta dal dolore e qualcuno ha lasciato una rosa fronte alla porta della loro abitazione.
Un tragico evento che ha lasciato esterrefatto non solo gli abitanti di Abbadia, ma anche i tanti lettori di Lecco Notizie che hanno seguito la vicenda attraverso gli articoli postati sui social network e che hanno voluto esprimere la propria opinione su un fatto delicatissimo e per nulla semplice da comprendere.
Su questo abbiamo ricevuto e pubblichiamo la lettera che ci ha inviato una schietta lettrice:
“Leggo tanti stupidi e superficiali commenti a proposito della tragedia di Abbadia, soprattutto scritti da donne e sono le occasioni in cui mi vergogno di appartenere al genere.
“Disgraziata!”
“Io non farei mai questo al mio bambino”
Una che si preoccupa di sapere se è la donna che andava a prendere i vestiti usati presso non so quale associazione. Mi vergogno di leggere!
Non conosco lei e poco il marito se non per ragioni di lavoro, ma la tragedia è molto oltre queste vergogne lasciate scritte, questi giudizi e questi perbenismi da comari di paese, che si fermano alla superficie e si nascondo dietro il “io no”.
Suggerirei a queste care signore scandalizzate ed inorridite di leggersi “Quando la notte” di Cristina Comencini o se proprio viene difficile vederne il film (molto bello ed intenso, ma io prediligo le parole soprattutto in questo caso) e riflettere prima di scrivere cazzate gratuite.
E’ una tragedia per tutti questa e nessuno ha diritto ad alcun giudizio. né curiosità.
Forse la cosa migliore che dovremmo fare è rispettare chi resta tacendo in segno di omaggio.
Fuori dai “mi piace”! La vita è un’altra cosa.”
B.S.