Tantissime persone hanno parte ieri sera, lunedì, al rosario in suffragio di suor Luisa Dell’Orto
Le parole profonde e commosse dell’arcivescovo: “Non so perché sia morta, ma credo che stasera ci possa dire di essere morta per insegnare a vivere”
LOMAGNA – “Non so perché sia morta. Se perché ad Haiti non vale niente la vita, se perché la sollecitudine verso i più deboli dava fastidio o se ci sono uomini che uccidono e rubano. Credo che lei stasera ci possa dire di essere morta per insegnare a vivere”. Sono risuonate come balsamo per lo spirito di una comunità attonita, sconvolta e impietrita, le parole dell’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, che ieri sera, lunedì, ha presieduto la recita del rosario in memoria di suor Luisa Dell’Orto, la missionaria barbaramente uccisa sabato scorso a Port – au- Prince, capitale di Haiti, in un attacco violento e feroce.
Le prime voci parlavano di un tentativo di rapina finito male, ma con il passare delle ore stanno prendendo corpo anche altre ipotesi, tra cui anche quella di un agguato. Non a caso, don Andrea Restelli, parroco di Lomagna, ha voluto rifarsi alle parole pronunciate del Pontefice al termine dell’Angelus domenica, riportando dietro all’immagine di suor Luisa, distribuita a tutti i fedeli presenti in chiesa, anche la scritta “testimone dell’amore di Dio e martire”. E riferendosi all’eredità da lei lasciata, ha aggiunto: “Tutto il bene e il bello che lei ha seminato deve diventare un frutto che possa germogliare sempre di più”.
Un invito fatto proprio anche dall’arcivescovo di Milano che ha voluto rivolgere le più sentite condoglianze ai famigliari, privati improvvisamente e brutalmente del proprio congiunto. In prima fila, composti e attenti, le sorelle Maria Adele e Carmen e il fratello Giuseppe, padre barnabita a Cremona. Dietro di loro, alcune consorelle dell’ordine delle Piccole sorelle del Vangelo fondato da Charles de Foucald, di cui la religiosa lomagnese faceva parte, giunte da tutta Italia per la recita del rosario, con cui la comunità ha voluto pregare per suor Luisa in attesa che la salma possa far rientro in Italia.
Presenti in chiesa, insieme al sindaco di Lomagna Cristina Citterio e numerosi esponenti dell’amministrazione comunale, anche la vice sindaca di Osnago Maria Grazia Caglio, il prefetto Sergio Pomponio e il questore di Lecco Alfredo D’Agostino. Gremita la parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo così come pure il sagrato, riempito di sedie, a dimostrazione del grande legame che univa e unisce Lomagna a suor Luisa.
“Siamo qui a pregare di fronte all’incomprensibile e proviamo sconcerto di fronte a una morte ingiusta e violenta di una donna umile dedita ai poveri. Siamo qui però a dire che il bene prosegue sempre nella storia nonostante tutto. La storia non la si cambierà con le chiacchiere, con le domande scettiche del tipo se valeva la pena andare in un poso del genere. La storia non la si cambia con parole banali. Dio si serve degli uomini che accolgono la sua parola. Siamo qui a testimoniare il dolore per una donna uccisa, ma abbiamo anche la responsabilità di scrivere una storia nuova. Io credo che in quel momento tragico un angelo le sia apparso e le abbia detto di rallegrarsi”.
Riallacciandosi all’attività svolta a Kay Chal, “Casa Carlo”, comunità riservata ai ragazzi di strada, dove suor Luisa era chiamata l’angelo dei bambini, l’arcivescovo ha proseguito: “Dio ama i bambini e la vita. In giro nel mondo, ci sono uomini e donne che amano la vita e i bambini e si curano di chi non ha più una madre con la gioia di prendersi cura della vita”.
Delpini non si è poi sottratto da qualche considerazione sulla difficile e controversa realtà del paese caraibico, dove lui stesso era stato in visita per trovare alcuni sacerdoti della Diocesi. “Un paese povero, martoriato dagli uragani, dove dilagano corruzione e miseria. Mi ricordo di aver essere rimasto impressionato dal mio viaggio, avvenuto qualche tempo fa, per il livello di desolazione e pericolosità. Dopo la caduta dell’ultimo governo, le bande si sono scatenate e lì ci sono i santi. Suor Luisa è andata lì per dire che il Signore Gesù e venuto a stare lì con voi che siete deboli”.
Da qui l’ultima considerazione, prima di rivolgere le condoglianze ai familiari: “Non so se esiste una speranza per Haiti, ma se esiste è perché ci sono uomini e donne di buona volontà che si fanno vicini a questa popolazione disperata dicendo “Voi siete figli di Dio. E per Dio avete valore. Suor Luisa è andata là per dire che Gesù porta luce anche nei cuori dei cattivi e dei violento. Sapiente e studiosa (era laureata in filosofia, ndr), ha testimoniato che c’è un’altra sapienza di cui il mondo ha bisogno, quella che viene dall’alto, da Gesù”.