Lecco. Chiedeva asilo con un falso nome ma era ricercato in Germania

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Giovane pakistano fa richiesta di asilo politico in Questura a Lecco

Il suo nome è falso e su di lui pende un mandato di cattura per violenza sessuale. Arrestato dalla Squadra Mobile

 

LECCO – Nel maggio dello scorso anno si era presentato all’Ufficio immigrazione della Questura di Lecco per effettuare una regolare richiesta di asilo politico, e in attesa delle determinazioni della Commissione per i rifugiati, il giovane era stato collocato presso una struttura di accoglienza sita in questa provincia.

Peccato che il nome fornito dal giovane straniero fosse falso, un escamotage per evitare che emergesse il suo stato di ricercato in Germania, paese che aveva emesso un mandato di arresto europeo nei sui confronti per una condanna a 5 anni di carcere.

Il 26enne (M.A.) di nazionalità pakistana, è accusato di violenza sessuale: l’episodio, avvenuto a Stoccarda, risale al febbraio del 2019 quando il giovane, fingendo di aver bisogno di aiuto a seguito di un malore, aveva indotto l’ex compagna a soccorrerlo nella sua abitazione. La vittima, pensando di trovare l’uomo in gravi condizioni di salute, era entrata nel suo appartamento venendo aggredita e sequestrata dal giovane, che l’aveva spogliata con l’intento di violentarla.

Dopo attimi concitati e di resistenza, la donna era riuscita a fuggire ed a dare l’allarme. Il ragazzo era riuscito però a far perdere le sue tracce, fuggendo in Italia.

La sua permanenza in Italia e nel lecchese si è però conclusa ieri, con l’arresto avvenuto grazie alla cooperazione tra le forze di polizia europee: i dati biometrici del giovane condannato in Germania, inseriti negli appositi software dell’Unione Europea, hanno avuto riscontro con quelli del richiedente asilo a Lecco.

Lo S.C.I.P. (Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza) appena ottenuto il citato riscontro, ha immediatamente allertato la Questura di Lecco per individuare il pakistano, arrestato dalla Squadra Mobile, per la successiva estradizione in Germania.