Una unione naufragata e, come spesso accade, finita in tribunale. Da una parte la moglie che accusa l’ex marito di maltrattamenti e lesioni aggravate. Dall’altra l’uomo, immigrato di orgini ivoriane (come la consorte), che si lamenta di non aver abbastanza soldi per mantenere se stesso, la moglie e i figli.
Quello che è andato in scena nell’udienza di martedì mattina è un film già visto. Chiamato a deporre davanti al giudice uno dei rappresentanti delle forze dell’ordine intervenuti nei due episodi (a Calolziocorte e Lecco, tra il 2007 e il 2008) nei quali la donna aveva chiesto aiuto. “Quando siamo arrivati – ha spiegato il carabiniere davanti al giudice Paolo Salvatore – la signora ci aveva raccontato che si erano di fatto separati ma che il marito non le passava i soldi sufficienti per tirare avanti. Così le aveva deciso di non fargli vedere i bambini”.
Dal canto suo, l’uomo aveva precisato che “faceva l’operaio e aveva un mutuo alto da pagare – ha spiegato ancora il test in aula – e pertanto non aveva proprio altri soldi da dare alla moglie”. Il carabiniere ha comunque aggiunto che l’uomo non era assolutamente agitato nella circostanza.
Il giudice ha aggiornato il procedimento al 15 novembre prossimo quando verranno ascoltati altri testi.