Mafia, oltre 1.200 beni confiscati in Lombardia, 59 a Lecco

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    L’ex pizzeria Wall Street in Via Belfiore a Lecco, uno dei beni confiscato alla mafia

     

    MILANO – Tra aziende e immobili sono 1.266 i beni confiscati alla mafia fino a oggi in Lombardia, che è la prima regione del Nord e la quinta in Italia per beni sottratti alla criminalità organizzata. Il dato emerge da un’analisi della Coldiretti regionale su dati Anbsc in occasione dell’incontro su corruzione e agromafie organizzato a Expo nel Padiglione Coldiretti “No Farmers No Party”.

    A livello regionale, le province di Como e Lecco sono rispettivamente al quarto e quinto posto con 67 e 59 beni confiscati.

    “Fino al 2012 – spiega Coldiretti Lombardia – i beni confiscati nella nostra regione alla criminalità organizzata erano 1.186. Negli ultimi anni tre anni, quindi, si è registrata una crescita di quasi il 7 per cento. Mentre nel periodo che va dal 1 agosto 2014 al 31 luglio 2015, lo Stato ha sequestrato alla mafia beni per 123 milioni di euro. Nell’ultimo anno la Lombardia è stata la prima regione del Nord Italia per proprietà sequestrate alla criminalità organizzata e la quinta a livello nazionale dopo Campania, Sicilia, Calabria e Puglia”.

     

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    Intanto vola il business dell’agromafia che con un aumento del 10 per cento in un anno ha raggiunto in Italia i 15,4 miliardi di euro nel 2014. E’ quanto emerge dal terzo Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes, e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare. “Il fatto che la criminalità organizzata tenti di infiltrarsi anche nel settore agroalimentare – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – è la prova del grande valore di questo comparto e ci deve spronare a una sempre maggior tutela di quelle realtà sane che devono affrontare la concorrenza sleale generata dalle dinamiche mafiose”.

    “I capitali accumulati sul territorio dagli agromafiosi, attraverso le mille forme di sfruttamento e di illegalità – spiega Coldiretti – hanno bisogno di sbocchi, devono essere messi a frutto e perciò raggiungono le città, in Italia e all’estero, dove è più facile renderne anonima la presenza e dove possono confondersi infettando pezzi interi di buona economia. Vengono rilevati, attraverso prestanome e intermediari  compiacenti, imprese, alberghi, pubblici esercizi, attività commerciali soprattutto nel settore della distribuzione della filiera agroalimentare”.

    Segue una mappa dei beni confiscati alla mafia (Fonte Coldiretti Lombardia su dati ANBSC 2012; Per il 2015 non è disponibile il dettaglio provinciale):

    PROVINCIA

    BENI CONFISCATI

    MILANO 708
    BRESCIA 124
    VARESE 83
    COMO 67
    LECCO 59
    MONZA BRIANZA 51
    PAVIA 41
    BERGAMO 28
    LODI 7
    CREMONA 7
    MANTOVA 7
    SONDRIO 4
    LOMBARDIA TOT 2012 1.186
    LOMBARDIA TOT 2015 1.266