Troppe tragedie nel lago: “E’ essenziale fare educazione”

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Mandello del Lario bambina annegata
Le ricerche di Fatou Thiao a Mandello

In soli cinque giorni sono state quattro le vittime del lago

“E’ importante fare educazione culturale sulla sicurezza in acqua”

LECCO – Cinque morti annegati, gli ultimi quattro a distanza di pochi giorni. E’ un’estate nera sul lago di Como, segnata da tragici episodi che hanno in comune due fattori: la giovane età e l’origine straniera delle vittime. Nonostante la presenza sul lago di un preziosissimo supporto, l’idroambulanza della Croce Rossa, inaugurata lo scorso maggio, la sicurezza sul lago si scontra sempre più con la diseducazione culturale (e sanitaria) degli utenti delle spiagge.

Cinque morti nel giro di un mese

A metà luglio nelle acque del lago, a Lecco, aveva perso la vita il 18enne gambiano Aboubacar Darboe, giunto in città da pochi giorni dopo un lungo viaggio dal suo paese d’origine. Il giovane si trovava in acqua in zona Malpensata quando è scomparso dalla vista dei suoi amici, inghiottito dal lago. Il suo corpo è stato trovato dai sommozzatori dei Vigili del Fuoco a una quindicina di metri di profondità. Nell’ultima settimana, in soli cinque giorni, il lago ha contato altre quattro vittime: venerdì 11 agosto a Pescallo (Bellagio) un turista francese di 76 anni, sabato 12 agosto a Onno un giovane peruviano di 32 anni, domenica 13 agosto a Como un ragazzo egiziano di 21 anni e il giorno di Ferragosto, a Mandello, la tragica morte di Fatou Thiao, di appena 11 anni, senegalese di origine residente a Bulciago.

La dinamica degli episodi è stata simile in tutti i casi: le vittime non sapevano nuotare e si sono trovate in difficoltà a pochi metri da riva.

alberto guglielmi
Alberto Guglielmo

“Il lago non è pericoloso”

Alberto Gugliemo è il Coordinatore della squadra O.P.S.A. (Operatori Polivalenti Salvataggio in Acqua) del Comitato Provinciale di Lecco della Croce Rossa Italiana. Da anni si occupa di sicurezza e prevenzione sul lago e di una cosa è certo: “Il lago non è pericoloso, questi episodi hanno purtroppo in comune la poca dimestichezza con l’ambiente e soprattutto il non saper nuotare. Il lago sprofonda tutto d’un tratto, non degrada come il mare, basta un passo in più, all’improvviso non si tocca e ci si trova in difficoltà. Purtroppo questa è la dinamica che abbiamo riscontrato in quasi tutti i casi dove siamo intervenuti in questi giorni tragici (a Onno il 32enne morto si trovava su un materassino che si è ribaltato, ndr)”.

La sicurezza sulle spiagge

I fatti di cronaca di questi caldi giorni di agosto riaccendono così i riflettori sul tema della sicurezza sulle spiagge: “Certamente la presenza di un bagnino sui lidi potrebbe scongiurare episodi come quelli accaduti di recente – commenta Guglielmo – ma è anche vero che la  maggior parte di questi incidenti avviene in zone dove la balneazione sarebbe vietata: a Como nei pressi del Tempio Voltiano, a Lecco alla Malpensata, il più recente, a Mandello del Lario, costato la vita ad una bimba di soli 11 anni, è avvenuto alla foce del torrente Meria. Ma anche con un divieto scritto dubito di non vedere bagnanti in acqua. Quello della sicurezza in acqua rientra in un più ampio discorso di educazione culturale che come soccorritori e in generale come comunità dovremmo tenere ben presente e spiegare nella maniera migliore possibile: se non si sa nuotare o non si ha dimestichezza con l’acqua sarebbe opportuno evitarla, o affrontare la balneazione con gli adeguati dispositivi di sicurezza”.

L’idroambulanza inaugurata lo scorso maggio

L’idroambulanza, un prezioso alleato per la sicurezza sul lago

La sicurezza sul Lago di Como da quest’anno conta un ulteriore importante presidio, l’idroambulanza della Croce Rossa inaugurata lo scorso maggio e operativa da giugno. Si tratta di un’imbarcazione allestita come un’ambulanza, in grado di trasportare in sicurezza un equipaggio sanitario completo, composto da 6 persone (un conduttore, un capobarca – che non lasciano mai il mezzo – due volontari Opsa che entrano in acqua per salvataggio e due volontari della Croce Rossa con brevetto di sicurezza acquatica per il soccorso sanitario). Quella operativa sul lago è la terza idroambulanza in Italia, l’unica in Lombardia. “Questo mezzo ha due importantissime caratteristiche – spiega il coordinatore O.P.S.A. – la velocità e la possibilità di trasportare il paziente al chiuso, proprio come se fosse un’ambulanza”.

L’idroambulanza è operativa tutti i fine settimana per i mesi di luglio e agosto grazie ad una convenzione con Areu 118: “Grazie a questo accordo possiamo sempre garantire un presidio per la sicurezza via acqua – continua Guglielmo – durante la settimana è ormeggiata a Colico ma sabato, e domenica staziona a Bellagio spostandosi in base alle necessità. I turni sono dalle 13 alle 19 il sabato e dalle 10 alle 19 domenica. Abbiamo scelto di ormeggiare a Bellagio per consentire un rapido intervento su tutto il bacino lacustre, da Como a Lecco, a Colico. La barca raggiunge una velocità di 80 km/h: per l’emergenza a Como siamo arrivati in posto in circa 20 minuti, a Ferragosto invece in 15 minuti eravamo a Mandello a supporto dei Vigili del Fuoco che erano già presenti in spiaggia. E’ bene specificare che nei casi di sommersione la competenza di soccorso tecnico sul lago è dei Vigili del Fuoco e noi interveniamo per dare supporto sanitario. In questi casi, quando cioè la persona è sott’acqua, veniamo allertati e ci portiamo in posto con l’equipaggio sanitario sperando di poter mettere in atto le manovre salvavita ma purtroppo nella maggior parte dei casi è già troppo tardi”.

mario cerino areu 118
Il dottor Mario Cerino

Ma l’idroambulanza promette di essere un valido supporto soprattutto nei casi di emergenza su spiagge, pontili e in generale dove occorre un intervento rapido, come ricordato dal dottor Mario Cerino, Responsabile di Areu 118 Lecco: “Poter avere un’imbarcazione veloce e con una cabina chiusa per il trasporto del paziente è importantissimo e in certi contesti consentirebbe di intervenire più rapidamente di un’ambulanza che via terra può trovare impedimenti, penso al traffico – commenta – l’obiettivo sarebbe quello di riuscire a trasportare anche l’equipaggio dell’automedica (medico ed infermiere, ndr) e rendere più tempestivo l’intervento di soccorso e trasporto in ospedale. Sono ragionamenti che andranno affrontati, a fine anno faremo un bilancio dell’attività e capiremo come incrementarla e renderla sempre più efficiente”.

Fondamentale l’educazione

Sugli avvenimenti di questi giorni, il Dottor Cerino ha sottolineato l’importanza dell’educazione, sia culturale che sanitaria: “Sembra un’estate più difficile di altre da questo punto di vista, la sensazione al momento è che i numeri di incidenti, in acqua ma non solo, siano in aumento – fa sapere – venendo a quanto accaduto in questi giorni, io credo sia una questione di educazione culturale, nel vero senso della parola: con il caldo è normale voler cercare refrigerio in acqua ma il lago ha questa caratteristica di scendere in profondità rapidamente, bisogna saper nuotare. Qui entra in gioco l’educazione, l’importanza della sicurezza in acqua va spiegata bene, questo potrebbe evitare incidenti drammatici come quelli che purtroppo si sono verificati”.

Un altro aspetto, è quello dell’educazione ‘sanitaria’: “Spesso durante i soccorsi abbiamo a che fare con la parte emotiva delle persone presenti, familiari, amici o anche semplici ‘spettatori’. Quando poi sono coinvolti minori occorre agire in un certo modo, altrimenti operare può diventare difficile. La chiamo educazione sanitaria perché spetta a noi soccorritori gestire al meglio le cose, anche di fronte a situazioni delicate e difficili”.

Una necessità sottolineata anche dal responsabile O.P.S.A Guglielmo, a fronte di una sempre maggiore ‘indifferenza’ di chi assiste agli interventi di soccorso: “La mentalità delle persone sta cambiando, l’impressione purtroppo è in negativo – racconta – gli utenti sono sempre più difficili da gestire e come soccorritori siamo spesso in ‘allerta’ per possibili problematiche di ordine pubblico. Anche a Mandello al nostro arrivo in posto abbiamo riscontrato una situazione quasi surreale. Abbiamo affiancato i Vigili del Fuoco nelle prime ricerche della bambina scomparsa, per diversi minuti abbiamo svolto apnee ripetute con a fianco i bagnanti che nuotavano tranquillamente, indifferenti a quanto stava accadendo. E’ servito l’intervento delle forze dell’ordine per sgomberare la spiaggia e con alcuni presenti ci sono stati diverbi. Diventa molto difficile operare in queste condizioni” conclude.