Mandello. Il sindaco: “Patrignani, nessuna incompatibilità”

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Il "caso Patrignani" continua a tenere banco negli ambienti politico-amministrativi mandellesi.
Il “caso Patrignani” continua a tenere banco negli ambienti politico-amministrativi mandellesi.

 

MANDELLO – Il “caso Patrignani” che da inizio ottobre tiene banco negli ambienti politico-amministrativi mandellesi si arricchisce di un nuovo capitolo. A scriverlo è il sindaco, Riccardo Fasoli, che ha inviato una sua nota ai capigruppo consiliari di minoranza Maria Lidia Invernizzi (“Mandello del Lario al Centro”) e Grazia Scurria (“Casa Comune per Mandello democratica”) in merito proprio alla segnalazione dell’abuso edilizio contestato all’assessore all’Urbanistica e all’edilizia privata.

Il sindaco Riccardo Fasoli.
Il sindaco Riccardo Fasoli.

Nella sua missiva, indirizzata per conoscenza anche al prefetto di Lecco Liliana Baccari, il primo cittadino premette di avere appreso della segnalazione in questione dalla pubblicazione della stessa all’albo pretorio del Comune di Mandello.

“Mi sono mosso per accertare la reale portata dei fatti – scrive Fasoli – mentre il processo sommario nei confronti dell’assessore è andato avanti spedito. Si tratta di una segnalazione alla Procura, che indagherà circa la reale portata dei fatti”.

In merito alla ventilata incompatibilità dell’assessore-consigliere e alle ripetute richieste di dimissioni avanzate dalle minoranze, il sindaco afferma che “la materia è disciplinata dall’articolo 63 comma 1 numero 4 del decreto legislativo 267 del 2000 che testualmente recita: “Non può ricoprire la carica di sindaco, presidente della Provincia, consigliere comunale, consigliere metropolitano, provinciale o circoscrizionale colui che ha una lite pendente in quanto parte di un procedimento civile o amministrativo rispettivamente con il Comune o con la Provincia”. Orbene, la giurisprudenza ha più volte chiarito che ai fini della contestazione dell’incompatibilità il concetto tecnico di “parte del giudizio” ha una portata essenzialmente processuale e non è pertanto riferibile alla figura del soggetto interessato da un procedimento amministrativo”.

In conclusione Riccardo Fasoli osserva che “l’ipotesi di lite pendente prevista dal Testo unico degli enti locali ha inteso correlare la causa ostativa dell’espletamento del mandato elettivo a una lite effettivamente pendente, come chiarito da un parere del ministero dell’Interno”.

Inutile aggiungere che ora è attesa la prossima mossa delle opposizioni consiliari.