LECCO – Aveva destato grande scalpore la rapina perpetrata alle prime luci dell’alba del 31 ottobre del 2011, presso il Bar Centrale di Mandello del Lario, quando due individui, travisati ed armati di pistola, dopo aver immobilizzato il proprietario, lo avevano costretto ad aprire la cassaforte, impossessandosi di denaro contante, buoni pasto ed assegni bancari; nonché di sigarette e gratta e vinci prelevati all’interno dell’esercizio commerciale.
Subito dopo l’accaduto i carabinieri avevano state rinvenute le armi utilizzate dal commando (due pistole con matricola abrasa ed un’altra non censita negli archivi di polizia), complete di un considerevole numero di munizioni, oltre a due autovetture provento furto utilizzate dai rapinatori.
Le indagini, lunghe e meticolose sino all’inverosimile, condotte dal Nucleo Operativo dei Carabinieri di Lecco, erano state avviate con l’analisi delle telecamere di sorveglianza, che avevano permesso di ricostruire le modalità con cui i veicoli provento di furto erano stati precedentemente portati a Mandello ed individuare al contempo il veicolo “pulito” utilizzato dai rapinatori che, insieme all’analisi del traffico telefonico pregresso, ha consentito ai militari di focalizzare le indagini su Pietro Melis di Seregno e Vincenzo Laudari di Lecco.
Le intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonché i servizi di pedinamento, avevano consentito ai Carabinieri rinvenire il 16 dicembre dello stesso anno, tra Milano Seregno, parte dei buoni pasto e dei tabacchi asportati durante la rapina, nella disponibilità di due ricettatori.
Il primo provvedimento restrittivo era stato eseguito a Seregno il 7 marzo del 2012 a carico di Pietro Melis, mentre il successivo 11 giugno sulla base delle ulteriori risultanze investigative, veniva tratto in arresto anche Laudari.
A distanza di un anno esatto dai fatti, 31 ottobre 2012, i due venivano condannati dal GIP presso il Tribunale di Lecco, rispettivamente, alla pena (patteggiata) di anni 5 di reclusione per Melis ed alla pena di anni 6 e mesi 8 di reclusioni per Laudari che aveva invece optato per il rito abbreviato.
Martedì il verdetto della Corte di Cassazione che ha confermato la condanna inflitta a Laudari Vincenzo, che dovrà scontare, la pena residua sino al 10 febbraio del 2019 presso la Casa Circondariale di Lecco.

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