Messo in onda il servizio de Le Iene sull’incontro tra Afrim e il piccolo Alvin
Il ragazzino, rapito dalla madre nel 2014, è bloccato in un campo profughi in Siria
BARZAGO – Un abbraccio atteso oltre cinque anni, la commozione incontenibile di un padre che finalmente può incrociare lo sguardo del figlio. Poi l’amara notizia e ancora le lacrime, ma di dolore, perché il suo piccolo “campione” non potrà tornare con lui in Italia.
E’ il filmato realizzato da Le Iene, messo in onda giovedì sera, a raccontare l’incontro tra Afrim Berisha e suo figlio Alvin, rapito nel 2014 dalla madre Valbona (quando aveva solo sei anni) e portato in Siria dove la donna si era unita all’esercito dell’Isis.
Una storia iniziata nel lecchese, a Barzago, comune in cui la famiglia albanese si era trasferita tanto tempo fa. In quella casa vivono ancora Afrim insieme alle due figlie maggiori, mentre Alvin resta bloccato da mesi al campo profughi di Al Hol, nel nord est della Siria, un territorio controllato dai Curdi e vicino al confine dove incombe l’operazione militare della Turchia.
Un campo gestito dalla Croce Rossa internazionale che ospita oltre 8 mila persone tra le quali, raggruppate in un’area, centinaia di jihadiste, mogli di ex terroristi di Daesh. La mamma di Alvin, Valbona, non c’è: è morta mentre fuggiva da un attacco aereo insieme ad un combattente suo nuovo compagno, un bambino, che aveva dato alla luce da questa ultima relazione, e il piccolo Alvin, miracolosamente sopravvissuto ma ferito gravemente.
La notizia della morte della donna era stata diffusa a fine giugno dal giornale internazionale Indipendent (vedi articolo). Lo stesso giornale che, in un servizio, aveva rivelato della presenza di Alvin in quel campo profughi. Ad individuarlo era stato Bedri Elzi, ex combattente dell’esercito di liberazione del Kosovo, oggi impegnato in prima persona per aiutare a portare a casa i figli e le mogli degli jihadisti provenienti dai Balcani.
Dentro il campo profughi
Con lui, questa estate, Afrim era già riuscito una prima volta ad entrare ad Al Hol e vedere Alvin che però, ferito, aveva una fasciatura sul volto e i loro sguardi non si erano potuti incontrare. Il bambino però aveva riconosciuto il padre dalla voce. Ce lo ha raccontato lo stesso Afrim al suo ritorno a Barzago (leggi qui)
A fine settembre, accompagnato dall’inviato de Le Iene, Luigi Pelazza, papà Afrim è tornato in quel campo grazie all’autorizzazione rilasciata dalle autorità curde. Questa volta, entrambi, finalmente hanno potuto guardarsi, sorridersi e abbracciarsi. Il bambino ora è in salute anche se la ferita riportata al piede lo fa zoppicare.
I due si parlano in albanese, dopo tutti questi anni il piccolo ha dimenticato l’italiano. “Andiamo dal nonno?” chiede Alvin al papà. “Andiamo via stasera” gli risponde Afrim.
Alvin non può tornare
Purtroppo però, un’amara sorpresa coglie tutti impreparati: il certificato d’identità richiesto all’ambasciata albanese non basta (il bambino è nato in Italia, all’ospedale di Erba, ma la sua nazionalità è albanese), per le autorità del campo è necessaria la presenza di un diplomatico albanese affinché Alvin possa andarsene.
Nonostante le rassicurazioni ricevute dall’inviato de Le Iene dall’ambasciatore albanese in Turchia, nulla ancora oggi sembra muoversi per far uscire dal campo il ragazzino. Papà Afrim riesce a tranquillizzare il bimbo con un sorriso, poi, stravolto, se lo vede ancora una volta portare via.
La trasmissione di Italia Uno ha lanciato un appello al premier Giuseppe Conte e al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, affinché il nostro Paese intervenga in aiuto del piccolo.