La protesta di un cittadino residente vicino all’appartamento dove viene svolta l’attività di homeschooling
L’ordinanza del Comune di Sirtori, arrivata dopo la sentenza del Tar, è rimasta per ora solo sulla carta
SIRTORI – “La sentenza del Tar e l’ordinanza firmata dal sindaco Matteo Rosa parlano chiaro. Ma l’attività di homeschooling non autorizzata va avanti come se nulla fosse”. E’ esasperato Michele Gorgoglione, residente in via Gaetano Besana a Sirtori nel complesso residenziale dove, da alcuni anni, è attiva quella che potrebbe essere definita una scuola parentale, con un’attività iniziata prima come nido famiglia per bambini dagli 0 ai 3 anni e poi proseguita ospitando anche bambini e ragazzi più grandi.
Stanco per il continuo via vai di auto e persone e convinto che la sede non fosse (e non lo sia tuttora) idonea a ospitare questo tipo di servizio, il sirtorese aveva iniziato a sollevare dei dubbi e criticità chiedendo, a più riprese, l’intervento dell’amministrazione comunale. Una lunga trafila di contatti e richieste, culminata poi nel ricorso al Tribunale amministrativo, avanzato nel 2022, per chiedere al Comune di Sirtori (e di concerto ad Ats Brianza) di effettuare le necessarie verifiche normative imposte per l’esercizio dell’attività de La goccia d’oro, nonché di adempire alle prescrizioni imposte da Ats Brianza nella relazione dell’ottobre 2021.
Con sentenza dell’aprile 2023, il Tar ha accolto le argomentazioni avanzate dagli avvocati Renato Cogliati e Francesco Cogliati sancendo l’obbligo del Comune a concludere il procedimento sanzionato nei confronti dell’associazione. Non solo. Allo stesso sodalizio (nel frattempo estinto con l’attività proseguita a titolo personale dalla presidente) veniva comminata una multa di 5mila prevedendo, come sanzione accessoria, la chiusura dell’attività.
Un provvedimento a cui ha fatto seguito, sei mesi dopo vista l’inadempienza alla decisione dei giudici amministrativi, l’ordinanza contingibile e urgente, firmata dal sindaco Matteo Rosa, per la chiusura immediata dell’attività. Nel provvedimento viene rilevata, citando gli accertamenti di Ats Brianza, la mancanza dei “requisiti minimi di esercizio previsti dalla normativa di settore che costituiscono pericolo imminente per la salute e per l’incolumità dei minori ospitati nella struttura”.
Un provvedimento che è rimasto però, almeno per ora, solo sulla carta, come sottolinea, con enorme rammarico Gorgoglione: “Nonostante ciò, la Goccia d’Oro prosegue la sua attività. Tutti gli organi competenti sono accorrente della situazione, ma nessuno si prende la responsabilità di intervenire” l’amara conclusione che nasconde la speranza che qualcuno possa finalmente prendere in mano la situazione e intervenire per chiudere la vicenda.