Il motore dei trattori fuori dal cimitero, palloncini neroazzurri e tanta commozione
Tutta Giovenzana si è fermata per l’ultimo saluto : “Guarderemo la strada sperando di vedere ancora una volta la tua Polo nera”
COLLE BRIANZA – Una ventina di trattori, forse di più, con il motore acceso, schierati lungo la strada che porta al piccolo cimitero di Giovenzana. E’ stato questo l’ultimo saluto tributato a Thomas Tavola, 19 anni: con il mezzo simbolo di quel lavoro che tanto amava e che se l’è portato via sabato scorso in un tragico incidente. Oggi pomeriggio l’intero paese si è fermato per stringersi attorno alla famiglia del ragazzo nato e cresciuto nella frazione di Colle Brianza.
Una vera e propria folla ha gremito il cortile della casa della famiglia di Thomas e il piazzale della vicina Trattoria Bellavista dove sono stati celebrati i funerali. Difficile trattenere l’emozione per una vita spezzata troppo presto. Lo stesso parroco don Alberto Pirovano, che Thomas l’ha visto crescere, ha faticato a trattenere le lacrime durante la funzione.
“Fino a questa mattina non avevo scritto niente perché mi dicevo che la predica più bella sarebbe stata fare silenzio. Però poi mi son detto che non era giusto. Vorremmo sfuggire dalla realtà e dire che stiamo vivendo un sogno – ha detto il sacerdote -. Le nostre domande e i nostri perché non trovano una risposta, i nostri volti sono tristi, i nostri occhi vedono sfuocato perché son pieni di lacrime. E allora anche noi diciamo ‘resta con noi Signore perché si fa sera’. Resta con la sua mamma, col suo papà, con i suoi fratelli e i suoi parenti. Resta con tutti noi Signore, perché le lacrime diventino perle preziose per averti conosciuto e per averti voluto bene”.
Lo stesso parroco, poi, ha voluto condividere alcuni ricordi molto personali di un Thomas ancora bambino: “All’asilo devi essere stato uno dei bravi perché mi ricordo poco di te. Ho in mente chi piangeva, chi non mangiava, chi litigava spesso, ma tu non eri tra questi – ha detto -. Già all’asilo, però, avevi un chiodo fisso in testa: volevi fare il chirichetto: dopo un po’ di resistenze ho ceduto, così con due anni di anticipo rispetto alla normale età, ti ho detto va bene. Ricordo che non avevo nemmeno una veste così piccola. Ti chiamavo cucciolino perché eri il più piccolo del gruppo e quando entravo in sacrestia tu avevi sempre una domanda fissa: posso? Posso suonare io la campanella? Posso usare io il turibolo? Come facevo a dirti di no? E allora mi saltavi al collo contento. Quando ti trovavo in moto facevi la tua impennata per salutarmi e anche un paio di anni fa, in oratorio, durante una festa, mi sei saltato addosso e io ti ho detto ‘piano, sarei sempre un cucciolo, ma adesso sei un cucciolo di San Bernardo’. Durante le feste di Natale hai fatto la comunione e ho visto le tua mani piene di calli, non è una cosa usuale per un giovane di 19 anni, ma vuol dire che amavi il tuo lavoro. E anche questa estate, durante una messa su al cimitero mi hai fatto notare come i due pini davanti alla cappella dei preti sarebbero morti se non si fosse cambiata la terra, ‘lo posso fare io?’ mi avevi chiesto. Ciao Thomas, per me sarei sempre il chirichetto cucciolo”.
Tanti gli striscioni appesi ai balconi della sua casa: il saluto dei cugini, dei famigliari, degli amici e poi i palloncini bianchi e i palloncini neroazzurri, perché Thomas amava giocare a calcio ed era un grande tifoso dell’Inter e proprio il Club di Colle Brianza, insieme a tutti quelli del lecchese, ha voluto donare alla famiglia di Thomas una sciarpa neroazzurra. Presente anche il sindaco Tiziana Galbusera che ha espresso la propria vicinanza alla famiglia.
E poi le parole d’amore scritte dalla mamma e dalla famiglia: “Ciao Tommy, in questi splendidi 19 anni con la tua allegria, simpatia, generosità, sensibilità verso tutti e tutto hai saputo regalarci momenti speciali, pieni di allegria e amore. E’ impossibile pensare che tu non sarai più con noi, ma sono certa che da lassù, in ogni momento, tu ci farai sentire la tua presenza e ci aiuterai a superare questo immenso dolore. La tua mamma, il tuo papà, Ily, Luca ti penseranno ogni ora, ogni minuto, ogni istante e tu sarai per sempre insieme a noi. Sei stato un figlio e un fratello speciale e ci mancherai tanto. I tuoi adorati nonni ti mandano un grosso bacio”.
Difficile trovare le parole per esprimere un dolore così forte, ma famigliari ed amici hanno provato a far capire quanto fosse speciale Thomas: “Oh Totti, così tutti noi ti chiamavamo, questa volta l’hai fatta troppo grossa. Adesso non ci sono ma, perché, però… solo tanti ricordi che danno gioia ai nostri cuori. Totti, eri tu quello che sistemava tutto, il tuttofare della famiglia e tu dicevi sempre ‘ci penso io’. Ti ricordiamo col pallone da calcio tra i piedi, con la maglia numero 9, a tifare la tua adorata Inter. Mancherai tantissimo a tutti ed ora tocca a te, proteggici da lassù, siamo tanti ma con la tua energia ce la farai”.
E ancora: “Sei sempre stato il ragazzo dai mille silenzi che però dicevano tutto, il nostro gigante buono. Tu che dicevi sempre ‘ghe n’è mia de problemi’, oggi ci troviamo ad affrontare un grande problema perché non sei più qui tra noi. Ci chiediamo perché non hai messo la sveglia anche per quel maledetto minuto visto che sul telefono ne avevi a migliaia. Quando al ristorante arrivava il momento di pagare tutti ci giravamo verso di te aspettando la tua classica frase ‘E chi paga?’ Possiamo prometterti che vivremo il doppio anche per te, ricordandoti sempre, soprattutto nei momenti felici. Quando saremo al bar aspettando di partire, guarderemo la strada sperando di vedere ancora una volta quella tua Polo nera con la fascetta giallo fluo da tamarro che solo tu potevi comprare. Sappiamo che da lassù sarai la stella più luminosa, ti porteremo con noi nelle fasi più importanti della nostra vita. Vivremo per te, sorrideremo per te, piangeremo per te e invecchieremo per te con la consapevolezza che un giorno ci accoglierai aprendoci le porte per primo in Paradiso”.
“Grazie per tutto, grazie per essere stato così te. Sei la luce di questo sole che oggi accarezza i nostri volti, sei il vento che sta accarezzando tutti i presenti, sei il fuoco che riscalda i nostri cuori e l’acqua che purifica le nostre anime, sei l’amore, sei famiglia, sei luce, sei vita. Noi vorremmo solo che tu uscissi da quella finestra e dal balcone ci urlassi ‘oh animai, so che, nem…’. Sono tre giorni che guarda la tua mamma, il tuo papà, Ily e Luca, i nonni, gli zii, guardo i nostri cugini, i nostri amici, tutta la gente che c’è qui e mi chiedo se i nostri cuori potranno essere mai grandi e forti per trattenere questo dolore. I nostri cuori sono pieni di orgoglio per te”.
Due canzoni, Da Solo di Jamil e Come mai degli 883, hanno accompagnato il giovane nel suo ultimo viaggio con il lunghissimo corteo di amici che ha abbracciato la bara e i famigliari di Thomas nel momento più difficile.