“Lavoratori a basso costo ed evasione”, l’indagine della Guardia di Finanza

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(foto archivio)

Cooperative e azienda di salumi al centro dell’inchiesta dei finanzieri

Secondo gli inquirenti forniti lavoratori a basso costo evadendo l’Iva per oltre 13 milioni di euro

LECCO – Maxi sequestro della Guardia di Finanza di Lecco che, su ordine della Procura, ha ‘congelato’ preventivamente beni e disponibilità finanziarie per 13,6 milioni di euro a due società, tra cui, si legge nella nota della finanza, una importante società lecchese con sede amministrativa in provincia di Milano esercente l’attività all’ingrosso di commercio di salumi.

L’indagine verte su una presunta evasione di Iva attraverso l’emissione di false fatture e sulla cosiddetta “transumanza dei lavoratori” che le cooperative fornivano all’azienda committente.

“In sostanza – spiegano dalla Gdf in un comunicato- attraverso alcune cooperative veniva fornita manodopera a basso costo, in regime di concorrenza sleale e in evasione d’imposta, ai committenti. L’effetto generato era quello di ridurre illegalmente i costi di ‘struttura’, fiscali e del lavoro, cui conseguiva la massimizzazione dei profitti e vantaggi di competitività sul mercato”.

Nel registro degli indagati risulterebbero iscritte due persone fisiche e tre soggetti giuridici. Sarebbero invece una trentina i lavoratori ascoltati dalle Fiamme Gialle di Lecco.

Gli accertamenti di polizia economico-finanziaria compiuti dai finanzieri, coordinati dal Ten. Col. Domenico Peluso, avrebbero fatto emergere inoltre “come le società – prosegue la nota – non abbiano adeguato il proprio modello organizzativo alla nuova disciplina prevista in tema di responsabilità amministrativa degli enti la quale ricomprende, tra i reati presupposto, anche la dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti”.

Il Giudice per le Indagini Preliminari di Milano, a fronte degli accertamenti effettuati dai militari, ha emesso il provvedimento cautelare, finalizzato alla confisca, nella forma diretta e per equivalente, di disponibilità finanziarie, di beni mobili ed immobili per un totale di circa 16 milioni di euro, a carico delle persone fisiche e giuridiche che avrebbero beneficiato dell’ipotizzato meccanismo fraudolento posto in essere.