Oltre 1200 beni confiscati alla mafia, Lombardia 5° in Italia

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    L'assessore regionale Simona Bordonali
    L’assessore regionale
    Simona Bordonali

    MILANO – “Regione Lombardia nel 2015 ha approvato la Legge 17 che prevede (articolo 23) il conferimento di risorse per incentivare il recupero ai fini sociali e sostenere il riutilizzo da parte degli Enti locali di beni confiscati alla criminalità organizzata”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione Simona Bordonali, intervenendo al convegno ‘Dall’impresa mafiosa all’impresa legale’ che si è svolto martedì a Palazzo Pirelli.

    La Lombardia è la quinta Regione italiana per numero di beni immobili confiscati alla criminalità, dopo Sicilia, Campania, Calabria, Puglia. Secondo i dati della ‘Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata’ (ANBSC), cui spettano le competenze del sistema – ha continuato Bordonali – al 30 settembre 2015 risultano confiscati in Lombardia 1.266 immobili, vale a dire il 7,2 per cento del totale nazionale. Anche il numero delle aziende sequestrate è significativo: sempre stando ai dati dell’ANBSC le aziende confiscate sono 283 che fa delle Lombardia la quinta regione per entità del fenomeno, dopo Sicilia, Campania e Calabria e Lazio. La maggior parte dei beni immobili confiscati si trova nella provincia di Milano dove maggiore è la presenza della criminalità organizzata”.

    Sono 17.577 i beni immobili confiscati in Italia di cui 1.266 immobili in Lombardia: 7,2% del totale nazionale. Bergamo è la provincia dove se ne contano di più, ben 300, a Lecco 41.

     

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    L’ex pizzeria Wall Street, confiscata all’ ndrangheta e che riaprirà come Pizzeria della Legalità

     

    L’attività di valorizzazione e restituzione alle collettività dei beni confiscati presenterebbe diversi aspetti critici: passaggi lunghi e ‘farraginosi’, spiega Bordonali, varie competenze, progressiva svalutazione del patrimonio col tempo e sua rivalutazione prima del reinserimento nel mercato.

    La Regione Lombardia ha avanzato tre proposte sviluppate da un gruppo di lavoro dedicato. “In primo luogo – ha continuato l’assessore – intendiamo, in raccordo con la sede territoriale dell’ANBSC, realizzare un portale appoggiato al Sistema Informativo Territoriale che organizzi, aggiorni, renda fruibile e trasparente l’informazione sui beni immobili e le aziende confiscate presenti sul territorio regionale. Vogliamo poi farci promotori della sottoscrizione del Protocollo di intesa tra diversi soggetti coinvolti nella gestione e recupero sociale dei beni confiscati alla criminalità, riproponendo il protocollo sperimentale sottoscritto nel 2012 tra Tribunale di Milano, Regione Lombardia, Provincia di Milano, Camera di Commercio di Milano, Comune di Milano, ANBSC, Assolombarda”.

    Il protocollo di intesa sancirebbe l’avvio di un coordinamento per l’istruttoria e la gestione dei procedimenti relativi al sequestro e confisca dei beni alla criminalità. “Desideriamo infine – ha concluso Bordonali – creare un centro di competenze regionali sul tema dei beni confiscati che faccia da punto di riferimento a supporto dell’attività dell’ANBSC, dei piccoli Comuni e del mondo del terzo settore, degli amministratori giudiziari. Per quanto riguarda le aziende valuteremo la possibilità di adattare misure già collaudate per il rilancio delle imprese – Re start, servizio RAID – alla fattispecie delle aziende sequestrate”.