PERLEDO – Una festa per ricordare e rivedere idealmente il passato ma anche per proiettarsi verso il futuro. Una festa gioiosa e colorata, com’è nella tradizione di ogni ricorrenza delle penne nere. Una festa di suoni, di testimonianze e di riflessioni sulle esperienze, in talune circostanze tragiche, vissute dagli alpini sui campi di battaglia e accanto alle comunità civili, spesso a sostegno di chi è in difficoltà. Perledo ha celebrato questo fine settimana l’ottantesimo di fondazione del gruppo Ana. Momento culminante della “due giorni” alpina è stata, domenica 1° giugno, la sfilata che dal cimitero del paese, in località Tondello, ha raggiunto la chiesa parrocchiale. Ad aprire il corteo il gonfalone del Comune, seguito dalla banda della sezione Ana di Lecco, dalle autorità pubbliche e dai gagliardetti e labari di oltre venti gruppi del Lago, della Valsassina, della Valvarrone e della Brianza, oltre che della Valtellina. In piazza della Libertà la cerimonia dell’alzabandiera e la deposizione di una corona di alloro alla lapide che ricorda i caduti perledesi della “grande guerra” del ’15-18 e del secondo conflitto mondiale. Quindi la messa celebrata da don Bortolo Uberti, dal 2007 cappellano dell’Università degli Studi di Milano, nato a Bellano. Nella sua lucida e coinvolgente omelìa il sacerdote (che introducendo il rito aveva invitato a rendere grazie al Signore facendo memoria di chi ha dato la propria vita per la giustizia, oltre che per tutto il bene fatto dagli alpini perledesi in 80 anni di attività) aveva ricordato che se è vero che molti, moltissimi giovani hanno pagato a caro prezzo il loro ideale di pace e libertà “è altrettanto doveroso fare del loro ricordo non soltanto un momento nostalgico”. “La memoria non è mai sterile – ha detto don Bortolo – ma è un rendere presente qualcosa che spalanca le porte al futuro. Ecco perché fare memoria dei caduti vuol dire guardare avanti”. “Celebrare gli 80 anni del gruppo Alpini – ha aggiunto il sacerdote – vuol dire ripensare anche a numerose iniziative di solidarietà. E celebrare il desiderio di andare incontro a chi ha bisogno, perché oggi più che mai abbiamo bisogno di incontrare persone sulle quali poter contare, persone che possano sentirsi dire ‘Sapevo che saresti venuto’. Ecco perché dobbiamo tutti darci una mano”. Al termine della celebrazione eucaristica è stata letta la preghiera dell’alpino e in chiesa sono risuonate le note del Silenzio, dopodiché – sul piazzale antistante la parrocchiale – il saluto ai convenuti da parte del capogruppo dell’Ana perledese, Attilio Mattarelli, è stato seguito dall’intervento del sindaco, Carlo Signorelli. “Ottant’anni sono un traguardo importante per un’associazione – ha premesso il primo cittadino – e sono l’età della saggezza, ma in ogni storia è importante individuare il tempo e il luogo che l’hanno marcata indelebilmente. E per gli alpini il luogo è senza dubbio la Russia, il tempo il 1943 e l’esperienza quella tragica delle centomila gavette di ghiaccio”. Signorelli ha poi ricordato i capigruppo che si sono succeduti alla guida dell’Ana, partendo da Antonio Festorazzi per arrivare appunto ad Attilio Mattarelli, passando per Agostino Vergottini, Antonio Fumeo, Ambrogio Mattarelli, Francesco Sala, Eugenio Conca e Fabio Festorazzi. Si è poi soffermato sulla “vocazione alla solidarietà” tipica delle penne nere, elencando – tra le iniziative più recenti – la costruzione del Sacrario di Agueglio dedicato ai combattenti e ai reduci, le donazioni al Soccorso bellanese di un’auto e di un defibrillatore e la consegna quotidiana dei pranzi agli anziani. “Questa è la storia – ha aggiunto il sindaco – ma il tempo è anche futuro. Ecco allora l’importanza di aprirsi a impegni nuovi e concreti nella comunità locale e di far sì che i giovani possano sperimentare forme di servizio e di solidarietà con l’orgoglio di indossare il glorioso cappello con la penna nera”. Avviandosi a concludere il suo intervento Carlo Signorelli ha ricordato che l’amministrazione comunale sta facendo grandi sforzi per migliorare viabilità, decoro, accoglienza e fruibilità del territorio. “Ma c’è ancora tanto da fare – ha osservato rivolgendosi direttamente alle penne nere – perciò vi chiedo di darci una mano a rendere Perledo più bello e più accogliente e a tutelare l’ambiente, troppo spesso maltrattato”. Dopo Signorelli hanno preso la parola il questore di Lecco Alberto Francini (“Mio padre era ufficiale degli alpini e io vi vedo sempre giovani nello spirito, ma oggi vi chiedo di impegnarvi per avvicinare alla solidarietà le nuove generazioni”) e l’ex presidente della sezione Ana di Lecco, Luca Ripamonti. Questi ha elogiato le penne nere perledesi per aver saputo coniugare la memoria con il futuro e ha poi illustrato la mostra sugli alpini al fronte allestita nella nuova sala civica con lettere, documenti, immagini e testimonianze “che ci riportano nel passato – ha detto – per far sì che le nostre radici rimangano ben salde”. “Andate avanti così e siate presenza viva all’interno della vostra comunità – ha detto subito dopo l’attuale presidente dell’Ana lecchese, Marco Magni – perché oggi forse più ancora che in passato servono i fatti e voi avete già dato prova di saperli fare”. L’ultimo atto è stato rappresentato dalla consegna di una serie di benemerenze, poi il congedo accompagnato dalle note della banda sezionale.
Perledo agli alpini in festa per gli 80 anni: “Abbiamo bisogno di voi”
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