Sulla SS36 un fiume di cocaina, spaccio da Lecco fino a Lissone

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LECCO – Un’organizzazione “aziendale”, in grado di rifornire clienti da Lecco a Lissone, sfruttando la Statale 36 come un fiume costellato di porti dove trovarsi con i propri acquirenti; bastava una telefonata con l’indicazione del luogo d’incontro e il gioco era fatto. Nel malaugurato caso di imbattersi nelle forze dell’ordine, la stessa super strada si trasformava in una rapida via di fuga.

Alla fine, dopo circa sei mesi di indagine, l’hanno avuta vinta gli agenti antidroga della Squadra Mobile di Lecco che la scorsa settimana hanno effettuato misure cautelari nei confronti di 11 soggetti di nazionalità marocchina e italiana, mettendo fine ad un traffico di stupefacenti che alimentava il “vizio” di centinaia di consumatori.

L’inchiesta è partita nell’ottobre dello scorso anno, con l’arresto di Mancuso Manuel, giovane di Bulciago, colto nel bel mezzo di un attività di spaccio nel parchetto della frazione di Bulciaghello, con indosso 700 grammi di hashish.

Da qui sono partiti gli accertamenti dei militari che li hanno portati a scoprire la rete di vendita “on the road” della cocaina che interessava i territorio di ben undici Comuni lecchesi posizionati a ridosso della super (Lecco località Bione, Civate, Suello, Annone, Bosisio, Molteno, Costamasnaga, Garbagnate Monastero, Bulciago, Nibionno, Cassago) e sei nella provincia di Monza e Brianza (Briosco, Verano, Carate, Seregno, Desio, Lissone).

“I punti di riferimento erano svincoli o parcheggi con facili vie di fuga – ha spiegato il dirigente della Mobile, Marco Cadeddu, affiancato dal capo di Gabinetto, Andrea Atanasio – l’auto degli spacciatori si affiancava a quella dei clienti e avveniva lo scambio tra soldi e droga. Una quarantina le cessioni di cocaina che avvenivano ogni giorno per altrettanti clienti, ma nel fine settimana raggiungevano anche la settantina”.

Rapidi, senza dare troppo nell’occhio e in ogni caso pronti a tutto pur di fuggire, come accaduto nel luglio del 2011, quando l’auto guidata dai malviventi speronò quella dei poliziotti, ferendo quattro agenti.

“Ad ogni intervento delle forze dell’ordine, gli spacciatori cambiavano utenza telefonica e residenza – ha spiegato il dirigente della Questura – per questo abbiamo agito con operazioni mirate ad effettuare maggiori sequestri”.

Così, il 19 gennaio gli uomini della Mobile sono intervenuti a Garbagnate Monastero, arrestando il 34enne Daniele Passannante e il 27enne marocchino Jaouad Dahmani, trovati in possesso di diverse dosi di cocaina già confezionate e 2.300 euro in contanti, provento dell’illecita attività. Sequestrate anche le vetture, comprate abusivamente a Milano ed intestate ad un prestanome.

A Seveso è invece avvenuto il sequestro più cospicuo di stupefacente: mezzo chilogrammo di “coca” insieme alla bella somma di 16 mila euro, trovati nell’abitazione dove si erano stanziati Mhijir El Moktar, 24enne magrebino e il connazionale Mhijir Hicham, per i quali è stata eseguita l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Nella rete delle forze dell’ordine sono finiti anche il lecchese 48enne Sergio Bubba, Filippo Assennato di 47 anni e due donne: la 33enne S.S. e P.S., di 48 anni; per tutti loro è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. E’ invece ai domiciliari Ancora Sebastiano, il 44enne ritenuto il “boia” del gruppo, tanto che il figlio Fortunato (21enne tra gli arrestati dell’inchiesta) minacciava i clienti insolventi dell’immediata visita del padre, nel caso non si fossero decisi a pagare i propri debiti. Per questo l’accusa nei loro confronti è anche di estorsione.

Restano invece irreperibili i due capi dell’organizzazione, probabilmente tornati per tempo in Marocco, che in meno di un anno di spaccio nel lecchese avrebbero inviato nel loro Paese oltre 180 mila euro.