Addio a don Alfredo: “Da oggi siamo orfani di un padre, di un amico e di una guida”

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In tanti a Barzio per l’ultimo saluto allo storico parroco

“Il tuo ricordo vivrà nelle persone che hanno incontrato non solo un uomo di fede ma anche un appassionato di cultura, musica e storia”

BARZIO – “Una passione sempre viva che gli anni non hanno consumato, una intraprendenza di straordinaria vivacità, una dedizione esemplare nel prendersi cura delle persone, delle strutture, della storia e dell’arte delle parrocchie che gli sono state affidate. A Barzio ha messo le radici: don Alfredo non poteva fare a meno di Barzio e Barzio non sembrava potesse fare a meno di lui. Molti oggi raccolgono come responsabilità l’eredità del suo esempio, del suo indomito coraggio, di quella sua invincibile letizia che contagiava gli altri. Noi preghiamo per lui mentre lui, ci immaginiamo, darà qualcosa da fare anche al Padre Eterno”.

Queste le parole dell’Arcivescovo di Milano Mario Delpini, lette per voce del vicario episcopale monsignor Maurizio Rolla che oggi pomeriggio, mercoledì, ha celebrato i funerali di don Alfredo Comi parroco di Barzio per oltre 40 anni morto all’età di 95 anni. In tanti, nel rigoroso rispetto delle norme anti-covid, hanno voluto dare l’ultimo saluto a don Alfredo nelle chiesa parrocchiale di Barzio. Presenti tanti sindaci dei comuni  della Valsassina, molti sacerdoti del territorio e tutte le associazioni del paese schierate con gagliardetti e gonfaloni.

Un sacerdote che è stato capace di lasciare un segno indelebile e che riposerà nella sua Barzio, all’interno della cappella nel cimitero della Robiasca. Una rosa, una viola e un ramo d’ulivo, questo ha voluto don Alfredo vicino alla bara: una rosa per l’amore, una viola per l’umiltà e l’ulivo per la pace. “Come prete sono stato molto edificato nel modo con cui si è preparato a concludere la sua vita e a fidarsi totalmente all’amore di Dio – ha detto il parroco don Lucio Galbiati -. Una testimonianza molto bella e significativa”.

Durante la predica sono stati letti alcuni stralci delle parole lasciate dallo stesso don Alfredo, piccoli foglietti dei suoi momenti di consegna che sono diventati un augurio e un testamento spirituale: “Nel 4 settembre 2011 don Alfredo scriveva ‘Ho amato la chiesa come sposa, l’ho invocata come madre, l’ho servita con amore filiale. Un grazie a tutti indistintamente: ai famigliari, ai parrocchiani (residenti e villeggianti), ai cari confratelli con i quali ho condiviso gioie, preoccupazioni e fatiche. Chiedo umilmente perdono a coloro che avessi inconsciamente offeso, desidero essere sepolto tra la mia gente alla Robiasca sotto gli occhi materni di Maria Immacolata”.

Poi è stata data lettura di un foglietto del 5 settembre 2018 scritto in caratteri gotici, don Alfredo aveva anche una spiccata attenzione artistica: “Don Alfredo ringrazia di essere prete che predica, celebra, confessa. Fra due cose egualmente buone preferire quella che costa di più. Lavorare nel piccolo e pensare alla grande è un ideale entusiasmante”.

In tanti, oggi, avrebbero voluto ricordare don Alfredo, un momento di vita passato con lui. Al termine della cerimonia sono stati due i pensieri simbolici a cui è stata data lettura: “Da oggi siamo orfani di un padre, di un amico e di una guida – ha detto il sindaco di Barzio Giovanni Arrigoni Battaia a nome di tutta la cittadinanza -. Per oltre 50 anni sei stato protagonista attivo e testimone della storia della tua comunità. Il tuo ricordo vivrà nel cuore di tante persone che hanno varcato la porta di questa chiesa incontrando non solo un uomo di fede ma anche un appassionato di cultura, musica e storia. Se i paesi in cui hai prestato la tua opera oggi sono più belli è anche merito tuo. Tu hai saputo unire fede, cultura e il bene per i tuoi parrocchiani”.

Toccante anche il ricordo di Roberta, la coordinatrice della scuola dell’infanzia che proprio don Alfredo aveva realizzato: “Le maestre e i bambini ti salutano con un immenso grazie. Un grazie per la tenacia, la grinta e la passione con cui hai desiderato e portato a termine la bella scuola che ci hai lasciato. Ogni volta che ci incontravamo la domanda di rito era ‘come va a scuola?’ L’arrivo della 600 verde verso l’ora di pranzo che entrava nel parcheggio strombazzando era un chiaro segnale per i bambini: arriva don Alfredo e con lui pacchi di caramelle. Il tuo debole era per i piccoli del nido, vedendoli pasticciare ti venivano le lacrime agli occhi dicendo ‘guarda che belli’. Ti vogliamo ricordare così, semplicemente con quelle parole che usavi per descriverti ‘un umile servitore nella vigna del signore'”.

Nessun corteo tra la chiesa e il cimitero dove la sepoltura è avvenuta in forma privata, ma le associazioni del paese con i loro gagliardetti hanno voluto accompagnare don Alfredo Comi nel suo ultimo viaggio.