Venduto il Tubettificio Europeo: “Ora c’è speranza per ripartire”

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    Tubettificio durante una delle ultime assemblee dei lavoratori
    Tubettificio durante una delle ultime assemblee dei lavoratori
    Tubettificio durante una delle ultime assemblee dei lavoratori

     

    LECCO – La notizia, forse inaspettata (e per questo ancora più bella), è arriva a pochi giorni dal Natale: il Tubettificio Europeo è stato venduto, non a trance come si temeva, ma l’intera attività è stata acquista da un’altra impresa, la Tecnocap con sede a Cava dei Tirreni, in provincia di Salerno.

    L’azienda, specializzata nella produzione industriale di chiusure metalliche per cosmetici e alimenti, attiva quindi in un settore analogo a quello dell’ex tubettificio di Lecco, si è aggiudicata l’attività lecchese a 4,1 milioni di euro, offrendo un milione in più rispetto alla base d’asta.

    Ai curatori erano pervenute sei offerte di acquisto, solo due, tra cui appunto quella giunta dall’impresa di Salerno, per l’acquisizione dell’intera azienda di Pescarenico.

    Non trattiene l’entusiasmo Mauro Castelli della Fiom che ha seguito dall’inizio la tormentata vicenda del tubettificio: “Credo che ora possa essere un buon Natale per gli ex dipendenti, si riaccende per loro la speranza di una riassunzione – spiega il sindacalista – questa mattina in tribunale ho avuto modo di parlare con l’amministratore di Tecnocap, Michelangelo Morlicchio, e mi è parso determinato a voler far ripartire l’azienda, recuperando alcuni lavoratori per la loro esperienza. Oggi era presto per parlare di numeri, però è un buon inizio. Abbiamo un libro bianco tutto da scrivere”.

    La storica azienda lecchese potrebbe quindi ripartire, anzi, resuscitare visto che la sua ‘morte’ era stata annunciata addirittura con un enorme manifesto funebre, apparso nei mesi scorsi dinnanzi alla sede del capannone. “Sicuramente è stato importante tenerla in funzione fino all’ultimo, consentendo la vendita di un’attività appetibile sul mercato. Se l’azienda si fosse fermata prima, sarebbe stato più difficile trovare un compratore”.

    Giovedì è atteso un incontro tra i sindacati e i curatori fallimentari per un aggiornamento sulla lieta novità emersa. “Non era affatto una conclusione scontata e siamo davvero soddisfatti – ha sottolineato Giovanni Gianola della Fim Cisl – è importante anche il fatto che l’acquirente abbia investito un milione in più di euro, consentirà una ripartenza migliore. Ora c’è da capire modi e tempi,  ma al momento non possiamo che essere contenti”.

    “Attendiamo l’incontro per conoscere come si svilupperà il progetto industriale e le riassunzioni previste dal bando – fa sapere Enrico Azzaro della Uilm – siamo estremamente prudenti, non vorremmo venissero illuse le speranze delle persone”.