Presentata nel pomeriggio, al Santuario del Lavello, la mostra “Ecce homo”
“Un grande lavoro di squadra. La mostra è una provocazione che ci chiede di ricercare un senso ai nostri dolori”
CALOLZIOCORTE – “E’ stato un grande lavoro di squadra”. Il percorso per portare una copia ufficiale della sindone al monastero del Lavello è stato lungo e ha coinvolto diversi attor. A dare concretezza all’idea del professor Massimo Tavola, in primis, le parrocchie di Monte Marenzo e Foppenico, quindi il Vescovo di Bergamo monsignor Francesco Beschi che ha autorizzato la richiesta del Vicario generale monsignor Davide Pelucchi.
Attorno alla sindone è quindi nata la mostra Ecce Homo con le opere incentrate sulle ferite dell’uomo della sindone realizzate dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia coordinati dal professor Adriano Rossoni. Un progetto importante che si è realizzato al termine di una procedura lunga e impegnativa e che ha trovato la collaborazione di Fondazione Lavello, Comune, Associazione Culturale Lavello e, non da ultimi, gli artigiani che si sono occupati del supporto per poter mostrare la sindone, Cristina Pelomori che ha curato la parte grafica e i volontari di Gruppo Alpini, Carabinieri in congedo e Act che si occuperanno del presidio durante la mostra.
Nel pomeriggio di oggi, 2 aprile, al monastero del Lavello sono state tante le persone che hanno partecipato alla presentazione della mostra. “Ecco homo ci presenta un uomo, l’uomo della passione – ha detto il professor Tavola -. Una provocazione che ci chiede di ricercare un senso ai nostri dolori e alle nostre croci. Questa mostra rappresenta un grande momento di apprendimento della passione dei vangeli. Il progetto prevede anche il coinvolgimento di una settantina di classi del territorio tra Istituto Lorenzo Rota, scuole medie Manzoni e Cittadini e alcune classi delle scuole primarie”.
Il Santuario del Lavello non è stato scelto casualmente per ospitare la mostra: “Questo luogo ha come riferimento Maria Addolorata ai piedi della croce – ha proseguito Tavola -. Ma qui è presente anche un affresco, realizzato nel 1947, della Madonna della Pace. Ecce homo rappresenta una occasione di risveglio e di richiamo per tante persone e siamo felici perché tutti hanno capito l’importanza di questa valorizzazione”.
Protagonisti gli studenti dell’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia
Il professor Adriano Rossoni è entrato nel merito del lavoro svolto dai suoi studenti che hanno realizzato tutta una serie di opere che fanno da contorno all’ostensione della Sacra Sindone. Le opere sono frutto di una ricerca dettagliata sulle ferite dell’uomo della sindone. Sempre nel pomeriggio di oggi è stato presentato anche un video con gli studi fatti dai ragazzi: un documento che presenta una serie di bellissimi lavori dove l’arte si fonde con la scienza creando un particolare mix di emozioni.
Don Fabrizio Rigamonti, responsabile diocesano dell’Ufficio Beni Culturali
“Una bella iniziativa che vede l’intersezione di arte, scienza e fede attorno a questo oggetto così particolare che è la sindone – ha detto don Fabrizio -. Questa mostra mi ha fatto riflettere su quanto per noi uomini sia prezioso il volto: l’abbiamo vissuto anche in maniera a tratti drammatica nel lockdown. Per noi uomini il volto è tutto, le nostre relazioni passano per il volto e il mistero doloroso della passione del figlio di Dio è qualcosa di talmente grande che le parole cadono. Questo lenzuolo, che forse non è nemmeno una reliquia ma un’icona tratteggiata col sangue, chiede solo di essere contemplata in silenzio. E’ bello, infine, vedere tante persone che si alleano per costruire itinerari preziosi di arte, scienza e fede”.
Don Antonio Vitali, parroco di Foppenico
“Dopo due anni faticosi a causa del covid, questa mostra rappresenta una bellissima occasione per tutta la nostra comunità – ha detto don Antonio -. Una bellissima occasione per vivere questa importante possibilità e vedere i lavori realizzati da questi bravissimi ragazzi”.
I saluti istituzionali
“Siamo contenti di ospitare questo lavoro immenso – ha detto Roberto Monteleone, presidente della Fondazione Lavello -. Devo dire che davanti alle sindone ho vissuto una grande emozione”.
“Dietro a questa mostra c’è un gran lavoro che parte da lontano – ha detto il sindaco Marco Ghezzi -. Questa mostra è un evento che va preso ad esempio: è una occasione per rilanciare tutta la struttura del monastero del Lavello che sta per ripartire. Vogliamo che questa ripartenza avvenga nel solco di questa grande manifestazione”.
La mostra e gli eventi
La mostra e l’ostensione della sindone saranno accompagnate da una serie di eventi che si divideranno tra Calolziocorte e Monte Marenzo, proprio la parrocchia di quest’ultimo paese è infatti custode e affidataria del prezioso oggetto. Accanto a momenti devozionali e di preghiera sono in programma alcuni incontri con esperti riconosciuti come Ezio Bolis (docente di Teologia spirituale) e la sindonologa Emanuela Marinelli. Ci sarà anche un concerto d’organo del maestro Massimo Borassi e letture di poesie selezionate dalla professoressa Antonella Ronchetti.
Nella chiesa di Santa Maria del Lavello e nell’adiacente “Sala a volta”, la mostra rimarrà aperta: da sabato 2 aprile a domenica 24 aprile dalle ore 9 alle ore 17.30. Ingresso libero regolato secondo le normative vigenti.