L’amore per una città e la voglia di evadere, Malavedo si racconta con la musica

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Giorgio Invernizzi, in arte Malavedo

Il cantante lecchese presenta il suo primo lavoro importante

Giorgio Invernizzi, in arte Malavedo: “Con la musica si può curare la solitudine”

LECCO – Il titolo è Malavedo, esattamente come il suo nome d’arte. E’ l’extended play uscito pochissimi giorni fa e realizzato dal cantante lecchese Giorgio Invernizzi. Si tratta del primo lavoro importante (già presente su tutte le piattaforme on-line) di questo artista che affonda le sue radici e trae linfa vitale da uno luogo storico della città di Lecco come il rione di Malavedo.

“Ho cominciato a fare musica come rapper ma ormai da un paio di anni mi sto concentrando su un progetto dal gusto nuovo, aperto a sonorità più leggere e coinvolgenti – racconta -. Durante la prima quarantena ho partecipato a un contest on-line e ho vinto un contratto di distribuzione musicale con Believe Music Italia che ha portato all’uscita, pochi giorni fa, del mio primo EP (Extended Play). Si tratta di una collezione di canzoni abbastanza tristi e l’ho voluto chiamare Malavedo, come il mio nome d’arte, perché questo rione rappresenta un luogo suggestivo con il Medale che sembra caderti addosso e la voce del torrente Gerenzone costantemente nelle orecchie. Un luogo che a me sta molto caro ma che vorrei anche lasciare per girare il mondo e scoprire nuovi posti, cosa che ora è impossibile”.

Malavedo, 24 anni, dopo una laurea triennale in fisica si sta affacciando al mondo del lavoro, ma la musica resta la sua grande passione: “Ho fatto studi scientifici (anche se mi piace sempre sottolineare come nella fisica ci sia un lato ‘artistico’), ma non ho mai smesso di coltivare la passione per la musica. Sono molto legato al territorio e non a caso questo progetto musicale nasce in uno dei luoghi più storici della mia città. Si tratta perlopiù di canzoni tristi che esprimono questo contrasto tra la voglia di fare e una sensazione di inadeguatezza che ti blocca”.

Il cantante lecchese ha voluto condividere momenti d’intimità, consentendoci di entrare in un mondo fatto di introspezione: “In questo momento tanto particolare, dove siamo obbligati a starcene il più possibile isolati, l’idea è quella di aprirsi e scoprire che tutti proviamo sentimenti comuni ed è possibile curare la solitudine attraverso la musica: strumento universale di condivisione”.

Giorgio scrive parole e melodie (suona la chitarra) delle canzoni che canta. In questo lavoro è stato affiancato da altri tre giovani della provincia: il producer Dopio Picante (Davide Caldana), il chitarrista Riccardo Colombo e Thomas Calvi che ha mixato e masterizzato i brani presso il suo studio di registrazione.

“Malavedo è il mio primo progetto importante perciò è sicuramente una bella soddisfazione personale. Spero solamente che la gente apprezzi e che la mia musica possa arrivare a più persone possibile”.