Capolavoro per Lecco. La speranza nell’arte del Perugino: “Un’esperienza da condividere”

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Si è aperta ufficialmente la mostra che sarà visitabile a Palazzo Paure fino al 2 marzo

“L’annuncio della nascita di Gesù è un segno di speranza per tutti. Una speranza di cui abbiamo bisogno per non soffocare”

LECCO – “L’intuizione di don Davide Milani si conferma un’occasione preziosa per incontrare e dialogare con la città. La cultura è il linguaggio che consente di ridurre ogni distanza perché sa parlare a tutti indistintamente. In questo tempo abbiamo un estremo bisogno di un’occasione come questa, che ci consente di fare un pezzo di strada assieme”.

Monsignor Bortolo Uberti, prevosto di Lecco, ha presentato oggi pomeriggio la nuova edizione di “Capolavoro per Lecco” che vede esposta al primo piano di Palazzo delle Paure di Lecco, fino al prossimo 2 marzo, la Pala Tezi di Pietro di Cristoforo Vannucci detto Perugino. L’evento espositivo, come al solito, è promosso dall’Associazione Culturale e dalla Comunità pastorale Madonna del Rosario, in collaborazione con il Comune di Lecco.

Don Bortolo Uberti

Cuore dell’evento la riflessione sul tema della speranza che genera il Natale: “Viviamo in un periodo di grandi affanni e forti tensioni, che sembrano spesso travolgerci – ha continuato monsignor Bortolo Uberti -. In questo contesto si colloca il Natale, l’annuncio della nascita di Gesù che rappresenta un segno di speranza per tutti, credenti e non credenti. Una speranza di cui abbiamo bisogno per non soffocare e, infatti, la sensazione che avrà il visitatore davanti a quest’opera d’arte sarà di quiete, aria fresca, bellezza… il respiro della speranza che è nel grembo di Maria, ma è anche nel grembo di tutti noi. La perfezione di quest’opera non cancella i drammi di questo tempo cerca l’armonia. E’ una perfezione che non ci fa sfuggire dalla realtà, ma ci sta dentro e ci ricorda che siamo destinati all’armonia. Il Capolavoro per Lecco 2024 è un’esperienza da condividere”.

All’apertura della mostra hanno partecipato anche il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni e la vice sindaca e assessora alla cultura Simona Piazza: “Nonostante questo momento di subbuglio, questo evento è un richiamo per la città – ha detto Gattinoni -. Siete motore di un cambiamento e quindi siete motore di speranza”. “Capolavoro per Lecco apre un luogo di incontro, confronto e dialogo attraverso un’opera d’arte” ha aggiunto Piazza.

Tante le istituzioni e i privati che hanno creduto e credono in questo progetto. Presenti in sala Mauro Piazza, sottosegretario di Regione Lombardia; Maria Grazia Nasazzi, presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese; Silvia Bosio, consigliere provinciale; Fabio Dadati, rappresentante della Camera di Commercio Como-Lecco e Sergio Pomponio, Prefetto di Lecco. Oltre ai numerosi sponsor e sostenitori, un ringraziamento è stato rivolto anche all’Ufficio Scolastico Provinciale visto che a fare da guida ai visitatori anche quest’anno saranno un centinaio di studenti in Pcto.

Collegato da remoto il curatore Alessandro Delpriori che ha ricordato come “Capolavoro per Lecco” sia un progetto virtuoso: “Rimette al centro l’opera d’arte come un messaggio e come un modo per raccontare la contemporaneità con lo sguardo del passato”.

Il capolavoro 2024: la Pala Tezi di Pietro di Cristoforo Vannucci detto Perugino

Il capolavoro protagonista dell’esposizione è la Sacra Conversazione di Pietro di Cristoforo Vannucci detto Perugino. Nota anche come Pala Tezi, dal nome del committente, venne realizzata nel 1500 dal Perugino ed è attualmente conservata presso la Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia. L’opera – un grande olio su tavola (134 x 178 x 8cm) – è paradigma della maturità dell’artista e rappresentativa della fase creativa in cui Pietro Vannucci era definito “il meglio maestro d’Italia”… La composizione vede al centro la Madonna con il Bambino sorretta da un volo di angioletti e accompagnata da quattro Santi in una piana, tra dolci colli e le rive di un lago.

La luminosità dell’opera, la sua splendida cromia, l’armonia compositiva e l’elevato livello tecnico dell’esecuzione, esprimono la ricerca della perfezione che caratterizza tutta l’opera del Perugino e, grazie alla bellezza, invita il visitatore a riflettere – attraverso il linguaggio universale dell’arte – sul significato che origina il Natale, il suo ripetersi ogni anno, donando a queste giornate il loro unico e insostituibile centro: il Dio fatto uomo. La pala sarà esposta a Lecco dal 5 dicembre.

La Madonna adorante di Giovanni Antonio di Giordano

A partire dal 20 dicembre, l’evento “Capolavoro per Lecco” vedrà anche la presenza della scultura lignea Madonna adorante di Giovanni Antonio di Giordano. La statua, datata 1499, raffigura la Madonna in adorazione del Bambino; la scultura di Gesù Bambino, in origine adagiata sulle gambe della Madre, è stata trafugata nel secolo scorso. L’opera è finemente scolpita, raffinatissima nei modi espressivi, rappresenta una delle più alte testimonianze in Valnerina di scultura rinascimentale.

Conservata nella chiesa di Santa Maria Assunta a Castelluccio di Norcia, in uno dei punti più alti dell’Umbria, sulle pendici dei Monti Sibillini, nel cuore del Parco Nazionale, a seguito del terremoto del 2016 che distrusse l’intero paese, è sopravvissuta ed è parte del patrimonio artistico della Arcidiocesi di Spoleto-Norcia.

Tutte le informazioni sul sito capolavoroperlecco.it.