Grazie alla collaborazione della Gilardoni nuove analisi sul disegno a sanguigna
Intanto prosegue le studio del professor Rolando Bellini che da un anno sta indagando sull’opera
LECCO – Il Ritratto di Lecco è di Leonardo Da Vinci? Difficile stabilirlo con esattezza ma la famiglia Gallo-Mazzoleni, proprietaria della “misteriosa opera”, sta continuando le indagini sul disegno a sanguigna ribattezzato Ritratto di Lecco che, verosimilmente, potrebbe essere attribuibile al genio toscano. Dopo uno studio approfondito sulla carta che ha portato a ritenere il disegno databile alla metà del XV secolo, nei giorni scorsi è stato fatto un nuovo passo avanti.
Grazie a una partnership con Gilardoni Raggi X, nota azienda di Mandello, mercoledì 13 aprile l’opera è stata oggetto di una complessa analisi resa possibile dai macchinari di ultima generazione per cui l’azienda lecchese è leader in tutto il mondo. Sul disegno, infatti, sono state eseguite delle analisi tomografiche e radioscopiche a microfuoco con tecnica a multienergia. Però non è tutto, perché le prove eseguite a Besnate (VA) presso Eidosolutions (azienda acquisita da Gilardoni Spa nel novembre 2018) dal reparto ricerca e studi per i controlli non distruttivi applicati all’arte, è stata l’occasione per presentare il professor Rolando Bellini, docente di storia dell’arte, graphic art, museologia ed estetica all’Accademia di belle arti di Brera di Milano, e di storia dell’arte all’università Internazionale dell’arte di Firenze, che da un anno sta studiando l’opera. Ma andiamo con ordine.
La tomografia sul possibile disegno di Leonardo
“La Gilardoni Raggi X proprio quest’anno compie 75 anni. Fu fondata nel 1947 da Arturo Gilardoni uno scienziato nell’ambito della radiologia che, all’epoca, era una tecnica nuova. L’avventura di Arturo Gilardoni si espande e durante il boom economico la tecnica dei Raggi X trova applicazione in diversi campi accompagnando lo sviluppo e le necessità della società e del mondo – spiega direttore generale Davide Baratto -. In particolare, già negli Anni ’70, Gilardoni si appassiona alle applicazioni nel campo dei beni culturali compiendo analisi di importantissimi dipinti, mummie e reperti vari. Negli anni Gilardoni ha sviluppato degli impianti specifici per le opere d’arte, cosa unica al mondo”.
Da allora la tecnologia ha fatto passi da gigante e oggi Gilardoni Raggi X può contare su tecniche di ultima generazione per capire cosa può dirci il presunto disegno di Leonardo: “Di fatto siamo andati a eseguire sul Ritratto di Lecco una tomografia, una Tac, oltre a tutta una serie di tecniche innovative (rivoluzionarie nell’ambito artistico) come l’analisi multienergetica. Proprio lo scorso marzo eravamo all’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, membri di un tavolo per la definizione dei contenuti per la formazione e certificazione delle persone che, nell’ambito dei beni culturali, vogliono applicare le tecniche radiologiche per l’analisi. Di fatto stiamo lavorando alla creazione di un percorso per la formazione di queste nuove figure professionali”.
Gilardoni, unica azienda italiana per la produzione di impianti per i controlli non distruttivi, viene a conoscenza del Ritratto di Lecco e decide di mettersi a disposizione: “Siamo un’azienda molto legata al nostro territorio e siamo venuti a conoscenza di quest’opera, perciò abbiamo proposto ai proprietari di avvalersi della nostra tecnologia per capire se può essere di supporto alle numerose analisi e ai tanti studi che si stanno già compiendo. La speranza è quella di trovare elementi che possano rafforzare l’ipotesi che effettivamente ci sia la mano di Leonardo. Nel concreto siamo andati a fare una tomografia, una ricostruzione tridimensionale ai Raggi X utilizzando un tomografo a microfuoco. Per i Raggi X è lo studio più approfondito possibile, un approccio rivoluzionario perché credo non sia mai stata fatta un’analisi di questo tipo su un reperto del genere. Normalmente si fanno delle lastre radiografiche, qui stiamo parlando di tecnologie digitali, tridimensionali e sperimenteremo anche analisi multienergetiche”.
Il disegno è stato esposto ai Raggi X per acquisite immagini (più di mille) a vari angoli in modo da ricostruire l’immagine tridimensionale. Si lavora ad altissima risoluzione con moltissime proiezioni, la sola fase di acquisizione richiede circa un’ora e mezza: “E’ una sfida anche per noi: non lo abbiamo mai fatto e siamo contenti di poterci provare”.
Lo studio del professor Rolando Bellini
Rolando Bellini, accademico di chiara fama, è docente di storia dell’arte, graphic art, museologia ed estetica all’Accademia di belle arti di Brera di Milano, e di storia dell’arte all’università Internazionale dell’arte di Firenze. Specializzato su Michelangelo, è altrettanto interessato a Leonardo. I suoi studi sono rivolti a investigare i collegamenti tra arte e scienza nelle opere di Leonardo da Vinci, particolarmente durante il suo soggiorno in Lombardia. Come critico d’Arte ha collaborato con numerose gallerie e studi d’arte.
Ormai da oltre un anno sta portando avanti uno studio approfondito sul Ritratto di Lecco per capire se, effettivamente, possa essere attribuito a Leonardo Da Vinci. Anche lui ha voluto visitare la divisione della Gilardoni Raggi X incaricata delle analisi: “Sicuramente ci auguriamo che queste ulteriori analisi ci possano consentire di allungare lo sguardo su quest’opera permettendoci di scoprire qualche elemento indiziario – ha spiegato il professor Bellini -. Alle conclusioni non siamo ancora arrivati perché altrimenti non saremmo qui. Certamente siamo al punto di dire che c’è un reperto che ha una sua qualità e una sua identità. L’abbiamo analizzato dimenticando il più possibile qualsiasi ascrizione, considerandolo ‘solo’ un bel disegno. Abbiamo analizzato cosa rappresenta, cos’è, di che periodo è, che materiale è… Poi abbiamo rovesciato il cannocchiale e ci siamo chiesti chi è l’elemento indiziariamente più plausibile: è l’ambito Leonardesco“.
Quando si parla di ambito Leonardesco la strada diventa subito in salita: “Stiamo lavorando con la dovuta prudenza soprattutto perché, nel mio caso particolare, sarebbe il secondo disegno che trovo di Leonardo, perciò ci stiamo andando con molta calma. Dal punto di vista di studioso non è così rilevante dire ‘è’, ma piuttosto dire ‘perché è’ o ‘perché potrebbe essere’ e cosa porta alla conoscenza del personaggio implicato. Di sicuro siamo nella cerchia di Leonardo, questo è sicuro e accertato anche da altri studiosi. Prima di buttare lì un’ipotesi, però, ho voluto fare un percorso diverso e alla fine sono arrivato a dire che se siamo in quell’ambito bisogna tirar fuori un nome. Il problema è proprio questo: quale nome è più plausibile e come lo propongo? Questa plausibilità si ricava attraverso soluzioni che devono arrivare dall’opera”.
Il nodo non è semplice da sciogliere e gli aspetti da considerare sono tantissimi e molto approfonditi: “Non è uno studio facile, però è affascinante. E’ un bel viaggio e corrisponde in qualche modo al senso che veniva attribuito al viaggio proprio dallo stesso Leonardo. Bisogna pensare a girare tutte le pagine del libro della storia e scoprire la complessità: Leonardo è questo, ecco perché è così affascinante. Adesso vediamo come va con il Ritratto di Lecco: è un disegno che ha sofferto, c’è un’opacità di lettura. E’ un disegno che è stato anche maltrattato dalla storia però è un disegno talmente particolare che non può non suscitare degli interrogativi. Tutto sta nello stabilire quanto si può accostare ai disegni irrefutabilmente assegnati alla mano di Leonardo… vedremo. Grazie a queste nuove analisi forse possiamo vedere qualcosa che non abbiamo ancora visto e che l’occhio umano non può vedere. Anche una negazione potrebbe dirci molto: che ci sia una prova visiva o che non ci sia, per me è sempre una risposta valida. Cambia il paradigma ma non cambia il percorso”.
Ritratto di Lecco, un disegno che si sta studiando ormai dal 2019
Il Ritratto di Lecco, ormai dal 2019, è di proprietà della famiglia Gallo-Mazzoleni che lo ha avuto attraverso l’acquisizione da un privato. Da allora sono cominciati approfonditi studi su questo disegno a sanguigna che si sono spinti in ogni direzione fino ad approdare, nei giorni scorsi, alla collaborazione con la Gilardoni Raggi X di Mandello.
“Siamo venuti a conoscenza di questa possibilità grazie al signor Gianmario Maver che per oltre 30 anni ha lavorato alla Gilardoni Raggi X – ha spiegato Massimo Mazzoleni – Per l’azienda di Mandello sicuramente rappresenta una interessante sperimentazione, per noi ovviamente rappresenta la possibilità di fare un ulteriore passo in avanti nella conoscenza di questo disegno. Di sicuro c’è ancora tanto da lavorare e ancora tanto da scoprire, credo che siamo solo all’inizio di un percorso fatto di anni di studio, valutazioni e, perché no, pareri anche discordanti. Il dato di fatto che emerge, anche da parte del Ministero dei Beni Culturali in seguito agli studi fatti finora, è che questo disegno di autore sconosciuto è di ambito Leonardesco. Resta da vedere se è attribuibile proprio alla mano di Leonardo Da Vinci. Sono particolarmente felice anche della collaborazione con il professor Bellini che da ormai un anno sta lavorando su questo disegno”.