Una serata di approfondimento per celebrare il bicentenario di Antonio Ghislanzoni
Gli interventi degli studiosi e le letture hanno saputo evidenziare sia il genio letterario di Ghislanzoni che il suo lato più ironico
LECCO – Nonostante il maltempo della serata di giovedì 21 novembre, i numerosi lecchesi non si sono lasciati scoraggiare e hanno partecipato all‘incontro su Antonio Ghislanzoni, organizzato dall’Associazione Giuseppe Bovara – Archi di Lecco e della Provincia, nell’ambito delle iniziative per celebrare il bicentenario della nascita del poeta e scrittore lecchese “universale”.
Nella sala dell’Officina Badoni, restituita alla comunità grazie all’intervento della Fondazione Comunitaria del Lecchese, lo studioso Franco Minonzio, che di recente ha curato l’edizione di alcuni racconti e romanzi di Ghislanzoni ormai fuori catalogo, ha intrattenuto il pubblico con una coinvolgente relazione sulla produzione letteraria di Ghislanzoni, esplorando il suo realismo, umorismo e la rappresentazione della società.
Durante il suo intervento, Gianfranco Scotti ha affascinato il pubblico con l’interpretazione di brani scritti da Ghislanzoni, mettendo in luce la sua penna acuta e quasi anacronistica, spesso profetica, come nelle pungenti descrizioni umoristiche dei suoi concittadini lecchesi, che sono state a lungo ingiustamente trascurate dalla critica locale.
La serata si è conclusa con la lettura recitata della divertente “Ghislanzoneide”, composta in dialetto lecchese da Uberto Pozzoli (1901-1930). La protagonista è la statua dedicata dalla città ad Antonio Ghislanzoni, che prende vita e narra in chiave umoristica la sua storia, dalla solenne inaugurazione nel piazzale davanti alla stazione, fino al suo “confinamento” nei depositi dei Musei Civici, concludendo con lo spostamento nella sua attuale collocazione nei giardini del lungolago.