Un romanzo sulle persone che hanno cercato di salvare la vita ai passeggeri dopo il naufragio
L’autrice ha dialogato con la giornalista Chiara Ratti, rivelando punti di vista inediti su quanto accaduto la notte del 13 gennaio 2012
MANDELLO – Dare voce alle persone rimaste nell’ombra che si sono adoperate per portare in salvo quante più vite possibile durante la tragedia della Costa Concordia: è a loro che dedica il suo nuovo libro Sabrina Grementieri, intitolato “La notte della Concordia” e presentato nell’ambito di Leggermente, rassegna letteraria organizzata da Confcommercio Lecco e Assocultura Confcommercio Lecco.
A fare da cornice all’evento tenutosi ieri, giovedì 19 maggio, la piazza antistante l’Enoteca Comini di Mandello del Lario, illuminata dalla luce del tramonto. L’incontro si apre con una breve introduzione di Doriana Pachera, assessore alla Cultura di Mandello, che lascia però subito spazio al dialogo tra Grementieri e la giornalista Chiara Ratti.
Sin dai primi scambi di battute tra le due emerge l’intento principale del libro: raccontare le storie di persone normali che nei momenti di pericolo riescono a compiere gesta fuori dal comune. Uomini come Mario Pellegrini e Simone Canessa, l’allora vicesindaco dell’Isola del Giglio e il comandante in seconda della Concordia, apparentemente diversi tra loro, uno uomo di terra e l’altro di mare, che durante il naufragio della Concordia uniscono le loro forze per scongiurare una tragedia che potrebbe diventare ancora più grande.
È la notte del 13 gennaio 2012 quando la nave Costa Concordia si piega all’impatto con “Le Scole”, scoglio situato di fronte all’Isola del Giglio, squarciandosi lungo tre dei suoi scompartimenti. Dei 4.200 passeggeri a bordo 32 perdono la vita, morendo annegati.
Sabrina Grementieri non ha vissuto in prima persona quei terribili attimi, eppure ha scelto ugualmente di narrare quest’episodio: “L’idea di sviluppare il romanzo è nata per caso, proprio mentre mi trovavo in vacanza sull’Isola del Giglio. Durante il mio soggiorno ho avuto modo di conoscere Mario Pellegrini, con cui poi ho scritto a quattro mani il libro, e a seguito della sua testimonianza ho scelto di realizzare un racconto che mettesse al centro la storia delle persone, dando un taglio narrativo alla vicenda e distaccandomi da quanto esposto nelle inchieste e nei documentari”.
Caratteristica principale de “La notte della Concordia” è infatti la costruzione del racconto, al pari di un film, con capitoli brevi e un modo di visualizzare e narrare la storia che tiene in considerazione diversi punti di vista. Tranne uno.
Il grande assente
Presente anche se non viene mai menzionato, se non in un passaggio del libro ma senza riportare nome e cognome, la figura di Francesco Schettino, comandante della Costa Concordia all’epoca della tragedia. Una presenza che aleggia nell’aria anche per tutta la durata dell’incontro, senza mai essere chiamata in causa se non al momento delle domande da parte del pubblico.
“Le ragioni per cui ho scelto di non nominare nel romanzo il comandante Schettino sono semplici: si è già dato fin troppo spazio a lui, alle vicende che lo riguardano, al suo punto di vista. Per una volta ho voluto parlare di tutte quelle persone che hanno fatto il possibile per salvare la situazione, come pubblici ufficiali, soccorritori, medici di bordo“, spiega Grementieri in risposta alle curiosità dei partecipanti.
L’Isola del Giglio oggi
A dieci anni dalla tragedia, i gigliesi accusano segni di stanchezza e preferiscono non dare più rilievo mediatico alla vicenda, neanche nel prossimo futuro, tanto da scegliere di non commemorarne più l’anniversario nei tempi a venire.
“I gigliesi sono persone concrete e schive – racconta Grementieri – a preoccuparli nei mesi successivi al naufragio era la reazione dell’ecosistema ambientale alla presenza del relitto. Grazie al duro lavoro dell’Osservatorio di monitoraggio si è giunti a un ripristino ambientale dell’85%. Anche in questo caso, l’impegno svolto da questo organo, così come quello dell’azienda italiana di Ravenna che si è occupata della rimozione della nave, studiando con dovizia di particolari le operazioni da svolgere, cercando di preservare la flora e la fauna marina, è poco noto”.
Sembra quasi che di questa vicenda si siano voluti mettere in risalto i lati negativi, nascondendo quanto di buon è stato fatto. Nelle fasi iniziali dell’incontro, l’episodio verrà definito dall’assessore Pachera un “Titanic all’italiana”, e in effetti gli ingredienti per esserlo ci sono tutti: la capacità del Belpaese di farsi riconoscere per i propri difetti, dimenticandosi di godere dei propri pregi. Con “La notte della Concordia” Grementieri ha provato a invertire questa rotta.
I prossimi appuntamenti
- Leggermente torna a Merate con il giornalista Antonio Caprarica
- Doppio appuntamento a Mandello con Marco Marsullo e Massimo Polidoro
- Anime d’inchiostro: alla Nostra Famiglia l’evento conclusivo di Leggermente