Mandello. Al teatro De Andrè la grande storia di Abdon Pamich

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Stasera, giovedì 13 febbraio, alle ore 21

MANDELLO – Tutto ha inizio con il Trattato di Parigi del 10 febbraio 1947 quando viene richiesto all’Italia di “restituire” alla Jugoslavia l’Istria, con le città di Fiume, Pola e Zarae le isole di Cherso e Lussino (836.129 abitanti) e prevedeva anche il diritto da parte jugoslava di requisire tutti i beni dei cittadini italiani. Al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale con la legge 30 marzo 2004 n.92 il 10 febbraio è stato riconosciuto come “Il Giorno del Ricordo”.

Per sottolineare questa ricorrenza il 13 febbraio alle ore 21 presso il teatro De Andrè con ingresso libero l’Amministrazione Comunale presenta La grande storia di Abdon Pamich di e con Davide Giandrini.

“Il racconto – riferisce l’Assessore Doriana Pachera – prende il via nel settembre del 1947, quando un ragazzino di 13 anni in calzoncini, maglietta e un paio di scarpe da ginnastica fugge con il fratello Giovanni senza i genitori dalla sua città Fiume. E’ notte, corrono nel buio con il timore di essere uccisi, tra i binari che attraversano la campagna per oltre cinque chilometri alla ricerca di un treno che li possa portare verso un futuro migliore e soprattutto sicuro. E’ una storia toccante che racconta il dramma delle foibe, di quello che migliaia di italiani hanno dovuto subire dopo la seconda guerra mondiale, quando l’Italia, sconfitta, firmò il Trattato di pace che assegnava parte delle sue terre alla Jugoslavia di Tito”.

E purtroppo Abdon Pamich dirà: “Quando siamo tornati in Patria. Non abbiamo trovato la Patria”. Quel ragazzino è diventato uno degli sportivi italiani nel mondo con il maggior numero di medaglie conquistate nella faticosa disciplina della marcia. Il fratello Giovanni invece è diventato chirurgo. Una storia commovente e profonda con un finale con le braccia al cielo proprio come Abdoln Pamich viene ritratto dai fotografi nella sua vittoria più bella: l’oro a Tokio nel 1964.

E Abdon Pamich sarà presente a teatro per raccontarsi e raccontarci la sua esperienza di vita e di grande sportivo e avrà modo così di incontrare i campioni olimpionici mandellesi, Giuseppe Moioli e Ivo Stefanoni, conosciuti alle olimpiadi di Melbourne del 1956.

Abdon Pamich, campione olimpionico, è nato a Fiume il 3 ottobre 1933, ha vinto il bronzo a Roma nel 1960 e l’oro a Tokjo nel 1964, ha partecipato anche alle olimpiadi di Melbourne del 1956, poi a quelle di Città del Messico del 1968 e di Monaco nel 72, dove è stato il portabandiera del tricolore italiano durante la cerimonia di apertura. E’ stato più volte campione europeo e per 40 volte campione italiano sempre nella specialità della marcia.
Nel 1961 nello stadio olimpico di Roma ha stabilito il Record Mondiale dei 50 km di marcia (pari a 125 giri): 4h14’02”4.