Merate: Stefano Panzeri in scena con “Terra Matta” a New York e Boston

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L’attore meratese sarà in scena con il monologo tratto dall’autobiografia di Vincenzo Rabito

Dopo il Sud America e l’Australia, il progetto Oltreoceano sbarca ora negli Stati Uniti

MERATE – Oggi, giovedì, e domani, venerdì, sarà in scena a New York, domenica invece a Boston. “Terra matta”, lo spettacolo teatrale scritto e interpretato dall’attore meratese Stefano Panzeri, sbarca nel Nord America con tre appuntamenti volti a far conoscere anche negli Stati Uniti la straordinaria autobiografia di Vincenzo Rabito, bracciante siciliano semi -analfabeta che ha attraversato il Novecento regalando ai posteri una testimonianza ricca degli aneliti e anche delle contraddizioni del secolo scorso.

L’autobiografia di Vincenzo Rabito

Scritta in sette anni, dal 1968 al 1975 su una vecchia Olivetti, l’autobiografia di Rabito, morto a 1981,è stata riscoperta solo anni dopo la morte dell’autore grazie all’archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano ed è stata poi pubblicata nel 2007 da Einaudi con il titolo Terra matta. Una storia forte e intensa che Panzeri, noto a Merate anche per aver dato vita alla compagnia teatrale Ronzinante, ha deciso di narrare a teatro, dando voce e corpo a quel ragazzo del ‘99 protagonista della Grande Guerra e della seconda guerra mondiale. Non è stato facile e immediato immedesimarsi in quella lingua dura, grezza, infarcita di dialettismi e neppure confrontasi con un diario di 1027 pagine in cui ogni parola era divisa dalla successiva con un punto e virgola. Ma da alcuni anni Terra Matta è sulla scena, diviso in tre monologhi che hanno già fatto il giro dell’Italia, conquistando il favore di critica e pubblico.

Una storia che ha fatto nascere tante storie

Non solo. Nel giugno 2015 la narrazione della prima parte della vita di Vincenzo è stata in tourneè per un mese in Argentina e Uruguay. Ed è qui che dalla storia sono nate altre storie. La testimonianza di Vincenzo ha smossi ricordi, sentimenti ed emozioni da cui è nato Oltreoceano, progetto volto a recuperare la memoria della migrazione italiana all’estero. Un viaggio, non solo geografico, che ha portato Stefano – Vincenzo a ripercorrere le rotte dei migranti italiani nel Sud America, in Australia e in Svizzera. “Sulla base di una testimonianza autentica e personale di Vincenzo Rabito, ho costruito personaggi, non appartenenti al vissuto dell’autore, ma “fatti” di storie vere, altrettanto autentiche, e li ho inseriti nella narrazione, facendo lasciare anche a loro la propria testimonianza di vita” puntualizza Panzeri a poche ore dalla prima newyorkese. Da queste storie sono nati personaggi, come ad esempio Lina, fittiziamente il primo amore di Vincenzo, in cui sono confluiti i ricordi di giovani donne migranti di inizio secolo e del primo dopoguerra.

“Terra Matta” come amo per pescare racconti Oltreoceano

Oggi, domani e domenica Panzeri debutterà negli States, entrando in contatto con i tanti italoamericani che a New York e a Boston hanno ormai costruito in maniera stabile la loro vita, senza scordarsi mai le radici con l’Italia. “Salirò sul palco con Terra Matta e al termine dello spettacolo chiederò loro, come ho fatto finora in Sud America e in Australia, se hanno voglia di contattarmi per raccontare la loro storia. Di solito questi appuntamenti sono molto belli perché si concludono sempre con una lauta mangiata in compagnia”.

Storie che diventano memorie

In questi viaggi, in cui il teatro diventa un mezzo per raccontare altro e fotografare, da un’inquadratura insolita, la società, Panzeri ha capito che anche per gli italiani il momento del pranzo e della cena resta un momento sacro, importante, atteso. Un’occasione di convivialità a cui è impossibile rinunciare e da cui nascono anche idee e progetti. E così Terra Matta diventa un amo da cui pescare altri sguardi e altre visioni e restituire delle memorie. “Penso che questo sia un modo per creare anche un minimo di coesione sociale. Mi piace pensare che le persone possa trasformarsi, senza neanche saperlo, in dei libri umani”. Ogni storia di Oltreoceano è infatti anonima. Ma c’è stato chi, ad esempio, partecipando poi a uno spettacolo, è svenuto dall’emozione riconoscendosi in alcuni tratti del protagonista.

Il progetto dell’autobioblioteca

All’estero a raccogliere le storie tra le comunità italiane del mondo, Panzeri ha iniziato a raccogliere storie anche qui in Brianza con l’obiettivo di creare una biblioteca umana della memoria. ”Come raccolgo le storie? Attraverso laboratori di narrazione rivolti a chi spontaneamente vuole raccontare un episodio della sua vita. Gente comune, come studenti, volontari di associazioni. Ognuno di noi può raccontarsi e riscoprirsi parte di un progetto comune”. L’idea è quella, una volta creato il repertorio di storie, di poterle prendere in prestito in una sorta di auto-bio-blioteca. Ogni libro umano si darà un titolo e, una volta scelto, si farà leggere, ovvero racconterà la sua storia, dialogando con il lettore.