Premio Manzoni 2016, presentati i tre romanzi finalisti

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Peppino Ciresa, Eugenio Milani, presidente 50&Più Confcommercio, Giovanni Priore, presidente Acel Service e Simona Piazza, assessore alla Cultura del Comune di Lecco

 

LECCO – Presentati i finalisti del 12° Premio Letterario Internazionale Alessandro Manzoni, evento organizzato dall’Associazione 50&Più di Confcommercio Lecco con il patrocinio del Comune di Lecco e il supporto di Acel Service.

 

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Si tratta di Eraldo Affinati, con il romanzo “L’uomo del futuro” (Mondadori), Loriano Macchiavelli, col suo “Noi che gridammo al vento” (Einaudi) e Andrea Tarabbia, autore de “Il giardino delle mosche” (Ponte delle Grazie): il vincitore del Premio Romanzo Storico sarà annunciato il prossimo 22 ottobre, presso il Teatro della Società. A decidere, come lo scorso anno, una Giuria popolare composta da 100 persone (il doppio rispetto al 2015).

 

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Tre romanzi di alto livello, quelli arrivati in finale quest’anno, individuati (tra i 56 pervenuti) da una giuria di esperti e dalle librerie Cattaneo, Ibs-Libraccio, Barzanò, Libreria Volante, Parole nel tempo di Lecco, Perego Libri di Barzanò e la Torre di Merate. Da segnalare anche la new entry collaborativa delle biblioteche di Valmadrera, Sirone e Costa Masnaga. “E’ stata davvero una sfida decidere i finalisti e siamo sicuri lo sarà altrettanto arrivare a designare un vincitore. I tre autori hanno prodotto libri scritti benissimo, con picchi di perizia narrativa molto alti” hanno commentato Gian Luigi Daccò e Stefano Motta, membri della giuria, presieduta da Ermanno Paccagnini “di più i tre romanzi sono molto diversi tra loro anche per tematiche”.

 

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Gian Luigi Daccò (sx) e Stefano Motta

 

Dall’esperienza scolastica insegnata da Don Milani raccontata da Affinati (finalista al Premio Strega), alla strage irrisolta di Portella della Ginestra nel romanzo di Macchiavelli fino agli orrori compiuti da un serial killer sovietico raccontati con spietatezza da Tarabbia (finalista al premio Campiello): questi i contenuti dei tre romanzi che si contenderanno il Premio al Romanzo Storico 2016 il prossimo 22 ottobre.

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Eugenio Milani

Tanta la soddisfazione degli organizzatori: “Il Premio Manzoni è sicuramente uno degli eventi più importanti di Lecco – ha detto Eugenio Milani, presidente dell’Associazione 50&Più di Confcommercio – anche quest’anno abbiamo ricevuto tantissimi romanzi, tutti i più grandi editori italiani sono stati rappresentati. Continueremo nel solco di una tradizione che mira a valorizzare la storia e la cultura del territorio lecchese, profondamente legato alla figura e all’opera di Alessandro Manzoni”. Presente anche Peppino Ciresa, ex presidente di Confcommercio Lecco: “Facciamo in modo che questi importanti eventi culturali non vadano persi, costituiscono grande ricchezza per la città e il territorio”.

Ricordato anche il Premio alla Carriera 2016, che sarà assegnato – a chi rimane ancora un mistero – a metà novembre, sempre presso il Teatro della Società. Lo scorso anno il premio era andato allo scrittore e attivista cileno Luis Sepulveda, investito anche della Cittadinanza Onoraria di Lecco (vedi articolo).

In attesa di scoprire il vincitore 2016 ecco in maniera sintetica le trame delle tre opere in gara:

L’uomo del futuro, E.Affinati
Lorenzo Milani nasce a Firenze nel 1923, in una famiglia colta e benestante. Ma molto preso inizia a lavorare dentro di lui un’inquietudine, una ribellione radicale per le diseguaglianze che vede intorno a sé. Così, mentre la guerra infuria, entra in seminario e, venticinquenne, viene ordinato prete. Da qui comincia il suo percorso di educatore e “incendiario” predicatore, culminata negli anni in cui a Barbiana darà vita alla sua scuola straordinaria e scriverà “Lettera a una professoressa”, un testo fondamentale dal ’68 a oggi. Eraldo Affinati, cerca tracce della vita di Don Milani ripercorrendone i passi, i luoghi, incontrando chi lo conobbe. A queste pagine alterna capitoli in cui racconta di “altri Don Milani” incontrati in tutto il mondo: figure di insegnanti e testimoni della possibilità di un’educazione fondata sull’esempio personale, su un rigore che si coniuga con una profonda empatia.

Noi che gridammo al vento, L.Macchiavelli
Aprile 1980. Stella lascia Basilea, dove lavora all’Università, e parte all’improvviso per Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo. Appena arrivata fa amicizia con Eva, Ditria e Vito. Ma forse non è la prima volta che li incontra. Forse deve tornare in quella terra per scoprire l’origine degli incubi che la tormentano. Anche George, ‘u miricanu, arriva a Palermo dagli Stati Uniti. Ha una missione: parlare con chi comanda – in Sicilia e non solo – di alcuni misteriosi documenti che potrebbero far vacillare la stabilità della Repubblica. Poi c’è Francesca, Ceschina per gli amici. Si aggira fra i feudi attorno a Piana con una mitraglietta nello zaino, e se il primo di maggio sale sempre a Portella non è per partecipare alle celebrazioni. Loriano Macchiavelli scava ancora una volta in uno dei nodi oscuri e irrisolti della nostra storia, ovvero quello di Portella della Ginestra. Rievocando la madre di tutte le stragi italiane, mette in scena un pericoloso gioco di accordi tra mafia, politica e servizi segreti. E soprattutto racconta la dolorosa, umana verità di persone e luoghi violati.

Il giardino delle mosche, A.Tarabbia
Tra il 1978 e il 1990, mentre in Unione Sovietica il potere si scopriva fragile e una certa visione del mondo si avviava al tramonto, Andrej Cikatilo, marito e padre di famiglia, comunista convinto e lavoratore, uccideva nei modi più orrendi quasi 60 persone. Le sue vittime avevano tutte una caratteristica comune: vivevano ai margini della società o non si sapevano adattare alle sue regole. Erano insomma simboli del fallimento dell’Idea comunista, sintomi dell’imminente crollo del Socialismo reale. Questo libro, sospeso tra romanzo e biografia, narra la storia di uno dei più feroci assassini del 900 attraverso la visionaria, a tratti metafisica ricostruzione della confessione che egli rese in seguito all’arresto. E fa di più. Osa raccontare l’orrore e il fallimento in prima persona: Cikatilo infatti svela le sue pulsioni più segrete, le sue umiliazioni e ossessioni. “Il giardino delle mosche” è un libro lirico e crudele allo stesso tempo: la storia di un’anima sbagliata, una meditazione sul potere e la sconfitta e, soprattutto, una discesa impietosa fino alle radici del Male.