Silvia Viganò, artista oggionese, in mostra alla Statuto13 di Milano

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OGGIONO – Occhi grandi, sguardi ammiccanti persi nel vuoto, zigomi elegantemente accentuati, labbra a forma di cuore, mani sottili, pose affascinanti, raffinati accessori. Silvia Viganò, artista 35enne di Oggiono, descrive sin nei dettagli le sue bellissime donne, che sembrano inavvicinabili e disinteressate a quanto accade intorno a loro. Ma non descrive mai la loro anima.

“Trolley dollies, le bambole colorate di Silvia Viganò” è il titolo della mostra organizzata da Arte Ipse Dixit che riporta a Milano alla Galleria Statuto13 dal 5 al 18 giugno 2013 le tele dell’artista lecchese, dopo un viaggio a Hong Kong per la prima edizione di Link Art Fair.

Ma l’appuntamento milanese è anche una tappa fuori programma rispetto al progetto espositivo itinerante a cura di Ivan Quaroni “Psykedelic Circus” che Silvia Viganò ha intrapreso partendo da Lugano nel mese di aprile, e che da settembre porterà a esporre le sue attraenti donnine in diverse città italiane, compresa Milano nuovamente, la sua metropoli preferita dove si è laureata in fashion design presso l’istituto “Marangoni”.

Cresciuta con una passione sfrenata per la moda, l’ arte ed il design, Silvia Viganò ha lavorato per un certo periodo nel mondo della moda creando anche una propria linea di t-shirt, ma dedicandosi contemporaneamente anche alla pittura. E siccome tutto si intreccia e nulla mai scompare, recentemente l’artista ha mescolato le sue tre grandi passioni, arte, moda e design, creando “Coquette”: prototipi a tiratura limitata di sedie in plexiglass, presentati per la prima volta alla V edizione di AAM e che oggi vengono riproposte alla Galleria Statuto13 insieme alle sue opere pittoriche.

“Trolley dollies, le bambole colorate” , curata da Massimiliano Bisazza, diventa dunque una mostra parte di un progetto più ampio e ambizioso, quel “Psykedelic Circus” accompagnato da un catalogo edito da Maretti Editore con testi critici di Ivan Quaroni, Viola Lilith Russi, Alessandra Redaelli, Chiara Argenteri, Massimiliano Bisazza.

L’esposizione milanese, giocata su declinazioni cromatiche sfavillanti e sulla seduzione degli sguardi di affascinanti modelle, appoggiate alle pareti o sedute, parla di una pittura emozionale, che non propone e non rimanda assolutamente a significati reconditi o a segreti inaccessibili.