31 dicembre: anche a Lecco tantissimi i precari a rischio

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LECCO – Superato il 21 dicembre, insieme alla tanto annunciata fine del mondo, è in arrivo un’altra data “fatidica” e che si porta con sé timori senz’altro più concreti dell’apocalisse maya: il 31 dicembre, fine del secondo semestre lavorativo e giorno in cui molti contratti a termine giungeranno a conclusione. Anno nuovo vita nuova, direbbe qualcuno, ma sono tantissimi i lavoratori precari a rischio: in tutta Italia sarebbero 700mila solo i contratti atipici in scadenza a fine anno, secondo la Nidil Cgil, e di questi il 60-70% potrebbe non essere rinnovato.

La situazione non è diversa nell’area lecchese, dove ogni giorno si presenta al Centro per l’impiego una fila di disoccupati: “Ogni fine mese ci sono dei contratti in scadenza e quotidianamente accogliamo tra i cinquanta e i settanta lavoratori rimasti senza occupazione al termine del contratto oppure al Centro per presentare domanda di mobilità – ha spiegato il dirigente provinciale Roberto Panzeri – Inoltre, cambiamento significativo rispetto al passato, i contratti a tempo determinato hanno superato numericamente quelli a tempo indeterminato”.

Una situazione a dir poco preoccupante che per lavoratori atipici si aggraverebbe ulteriormente, visto che con il rinnovo del contratto si applicheranno le nuove norme introdotte dalla riforma Fornero: i nuovi contratti di collaborazione dovranno rispondere a progetti veri, con retribuzioni non inferiori ai minimi contrattuali, che determinino un risultato finale di modifica della situazione aziendale.

Spesso questi aspetti sono visti dalle aziende come nuovi elementi di difficoltà, ulteriori vincoli che possono mettere in dubbio la scelta di un rinnovo contrattuale  – ha sottolineato il segretario provinciale di Nidil Cigl Lecco, Marco Brigatti – La normativa, nello specifico, coinvolge in modo particolare il privato, ma a rischio sono anche i precari della Pubblica Amministrazione che lavorano prevalentemente con contratti di lavoro a tempo determinato o con lavori a progetto, in somministrazione; oppure ancora in ambiti dove il pubblico è presente in maniera indiretta come per le società partecipate o per le cooperative sociali. I tagli risorse, in questo caso, fanno si che una data tipica di conclusione dei contratti, che generalmente venivano rinnovati, quest’anno possa incontrare scelte differenti”.