C’è anche l’imprenditore Matteo Ferraris tra i co-fondatori di Azienda Italia
Rete spontanea tra industrie e professionisti indica la via per la ripartenza
LECCO / MONTE MARENZO – “Siamo imprenditori e vogliamo salvare le nostre imprese”. Matteo Ferraris, lecchese alla guida dell’azienda di famiglia (la Bettini Srl di Monte Marenzo) è tra i fondatori della neonata Azienda Italia, associazione di imprenditori e professionisti venuta alla luce in queste difficili settimane di lockdown.
L’associazione oggi raccoglie oltre 200 realtà del mondo del lavoro del Nord d’Italia per un totale di circa 5 mila dipendenti. “Tutto è nato in modo molto spontaneo da un gruppo ristretto di imprenditori – spiega Ferraris – un percorso iniziato qualche mese fa, guardando alla realizzazione di una rete imprese in un’ottica di collaborazione per migliorare il proprio business. L’arrivo del Coronavirus ha cambiato tutto. Ora servono soluzioni per uscire nella maniera migliore da questa situazione, confrontandoci tra noi abbiamo elaborato delle proposte, le migliori a nostro avviso per poter rilanciare e salvare le nostre imprese”.
Il progetto Aziende Italia ha così preso forma, si è strutturato e vede oggi alla presidenza dell’associazione Karim Shahir Barzegar. Tra i fondatori, oltre al lecchese Matteo Ferraris, ci sono Andrea Minazzi, Gabriele Belloni, Carlo Alberto Nobili e Robert Gianfardoni.
Le proposte elaborate dall’associazione, spiegano in una nota da Aziende Italia, “mirano a rilanciare e sostenere innanzitutto l’indotto sanitario italiano proponendo la detassazione totale del reddito lordo e trasformazione dell’Irpef in stipendio non tassato per dodici mesi per tutti operatori medici, dottori e gli infermieri. Inoltre si propone l’impiego di Unità Navali militari che si coordinino attivamente con le unità di crisi sul campo. Le UN siano forza strategica e già in essere, in pieno rispetto della natura geografica dell’Italia come forza di Ospedalizzazione nonché di isolamento del Covid 19. Il secondo apporto riguarda proposte immediate all’implementazione di un piano specificatamente pensato per le realtà del mondo del lavoro in Italia: aziende, artigiani, commercianti, liberi professionisti e lavoratori autonomi. Nessuno escluso”.
Le 10 proposte per ripartire dopo l’emergenza
1.
Regolamentazione del marchio “Made in Italy” ed
incentivi export, fiscali, finanziari SOLO alle imprese
italiane che possono dotarsi del marchio[22]
2.
Credito d’imposta per tutto il fatturato reale industriale
export fino al 15%, in relazione all’interesse strategico dei
settori, fino al 31.12.2025
3.
Sostegno per spese export, manifestazioni fieristiche
all’estero (UE compresa) tramite credito di imposta fino al
100% delle reali spese sostenute.
4.
Utilizzo del credito di imposta a compensazione
immediata dei debiti verso lo Stato o gli enti dello Stato
indipendentemente dalla loro natura.
5.
Accesso ai fondi di garanzia (CDP, MCC, MISE, ecc.) e
finanziamenti (CDP, SIMEST, ecc.) tramite autocertificazione
con facoltà per l’istituto deliberante di accertarne la
veridicità fino 12 mesi dopo l’erogazione dei finanziamenti
(o garanzie).
6.
Fondo speciale di garanzia per le PMI per l’anticipo fino al
100% delle fatture estero.
7.
Emissione di speciali titoli obbligazionari “Italia 2030 Bond”
per raccogliere fondi da destinarsi ad investimento diretto
nelle PMI per crescita ed innovazione (materie prime,
tecnologia, sicurezza, formazione, internazionalizzazione).
8.
Incentivi per imprese e soggetti che operano in M&A
con particolare focus al salvataggio d’impresa tramite
investimento diretto.
9.
Trasformazione del reddito di cittadinanza in sostegno
all’impresa che assume soggetti titolari di reddito (che
non possono rifiutare assunzione se entro la propria
provincia di residenza)
10.
Programma di investimenti infrastrutturali fino al 2050