Carne. “Allarmismo mette a rischio 40mila lavoratori lombardi”

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CARNELECCO – “Questo allarmismo ingiustificato mette a rischio oltre 40mila posti di lavoro in Lombardia”. È quanto afferma Ettore Prandini, Presidente Coldiretti regionale, dopo la diffusione dello studio dell’Oms sul consumo mondiale di carne rossa.

“A parte il fatto che – aggiunge Prandini – gli stili di vita e la tradizione italiana sono nettamente diversi da quelli degli Stati Uniti e del Nord Europa, bisogna anche sottolineare che le carni Made in Italy sono più sane, più magre, e non trattate con ormoni a differenza di quelle americane. E anche per i grandi salumi il tipo di lavorazione è naturale e a base di sale”.

Il tutto in una regione come la Lombardia che per quanti riguarda i suini, ad esempio, vanta quasi la metà del patrimonio zootecnico nazionale e che fornisce la materia prima per i grandi prosciutti Dop come quello di Parma, una delle quaranta specialità di salumi italiani che hanno la denominazione d’origine o l’indicazione geografica.

“La nostra tradizione agroalimentare si inserisce nel grande e virtuoso filone della dieta mediterranea basata sulla varietà degli alimenti e sulla corretta gestione delle proteine – spiega ancora Ettore Prandini – Un equilibrio che, per esempio, negli Stati Uniti è più difficile da trovare visto che il consumo di prodotti a base di carne è del 60 per cento superiore a quello italiano. La ricerca dell’Oms è uno studio a livello mondiale che non prende in considerazione le specificità dei singoli Paesi”.

“A favore dell’Italia – conclude Coldiretti Lombardia – giocano ovviamente le abitudini di consumo, la qualità dei foraggi utilizzati per l’alimentazione animale, i rigidi disciplinari di produzione, il divieto dell’utilizzo di ormoni e le modalità di preparazione e cottura della carne e il suo abbinamento con verdure e legumi”.