Casa: sempre più famiglie in difficoltà, aumentano gli sfratti

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casa-vendereLECCO – Casa mia quanto mi costi? Parecchio e sono sempre di più le famiglie che faticano a mantenere il proprio status abitativo, in provincia di Lecco se ne contano almeno 15 mila in affanno, schiacciate tra le spese per la casa e un reddito non sufficiente a garantire loro un tenore di vita adeguato.

La stima è dell’ASPPI Lecco, l’associazione dei piccoli proprietari immobiliari che ha realizzato un importante studio sul disagio abitativo nel lecchese, disagio che colpisce sia inquilini in affitto che chi decide di acquistare l’immobile.

Dal 1998, anno della liberalizzazione del mercato delle locazioni, i prezzi degli affitti hanno subito un’impennata vertiginosa, calata solo dopo l’introduzione, intorno al 2008, dei canoni calmierati . “La colpa di questi aumenti non è da attribuire ai proprietari – spiega Enzo Bergamaschi, presidente di ASPPI Lecco – negli ultimi anni le tasse sulla casa hanno subito altrettanti aumenti, al contrario il valore degli immobili non è incrementato. I grandi investitori hanno abbandonato da tempo la via degli affitti, sono rimasti solo i piccoli, le famiglie che hanno fatto del mattone il loro salvadanaio”.

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Nel lecchese sono quasi 186 mila le abitazioni e di queste 108 mila circa sono di proprietà. La quota delle famiglie in affitto (20,9 mila abitazioni) si è ridotta dal 40% degli anni ’70 al 15,08% del 2011.

“In Italia si è politicamente rinunciato a scommettere ed incentivare l’affitto, questa rinuncia – spiega l’associazione – ha costretto la legittima ambizione di molte famiglie a migliorare le proprie condizioni abitative solo attraverso la proprietà immobiliare” e le compravendite nel lecchese, dopo una lunga discesa, hanno conosciuto nel 2014 una piccola ripresa (+10,1%).

L’acquisto di una casa non mette al riparo dalle difficoltà: l’85% delle famiglie con mutuo intervistate nel 2014 dall’associazione diceva di essere puntuale nel pagamento delle rate, nel 2011 i puntuali erano di più, il 94,6%. Sono invece aumentate le annualità necessarie per l’acquisto di un’abitazione (in media da 4,2 del 1991 a 6,6 del 2012).

 

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E’ il reddito, sottolinea l’ASPP, una delle principali cause di vulnerabilità abitativa e dell’emergere di una ‘fascia grigia’ , composta da 35-45enni, a volte famiglie monocomponente, con redditi inferiori ai 1.300 euro al mese, troppo ‘ricchi’ per accedere all’edilizia popolare (che copre solo il 9% del mercato dell’affitto) ma ‘poveri’ per stare sul libero mercato.

Ci sono loro oggi tra i soggetti a rischio sfratto con richieste di esecuzione passate dalle 391 nel 2002 alle oltre mille del 2014. “Uno sfratto ogni cinquecento famiglie – ha sottolineato Bergamaschi . Una volta venivano sfrattati gli inquilini ‘soliti’ a non pagare l’affitto per loro colpa, attualmente invece il fenomeno riguarda un panorama più vasto di persone che, disperate, non riescono ad arrivare alla fine del mese”.

“L’aumento dei costi della casa e la diminuzione dei redditi hanno creato l’effetto di una deprivazione abitativa” come l’ha definita l’avvocato Marco Possenti, segretario dell’associazione.

 

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A Lecco città il 60% dei nuclei che vivono in affitto dispone di un reddito un reddito medio annuo inferiore ai 19,2 mila euro all’anno. Il capoluogo, a differenza della maggior parte dei comuni lecchesi, dispone di canoni calmierati che abbattono il canone del 25% rispetto a quello di mercato. L’azione del Comune, con la stipula dell’accordo territoriale, è stata quella di ridurre Ici e Imu di due punti consentendo la calmierazione del mercato.

“Occorre fare di più – conclude il presidente Bergamaschi – il disagio abitativo è cambiato in questi anni, le politiche no. La parola ‘casa’ è spesso assente dalla programmazione politica dei Comuni. Bisogna agire con incentivi, sgravi fiscali, consentendo ai proprietari di ridurre i prezzi degli affitti e agevolare così le famiglie più in difficoltà”.