Caso Imu, l’Aler tira la giacca ai Comuni “furbetti”

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LECCO – L’Aler (Azienda Lombarda Edilizia Residenziale) di Lecco accende i riflettori sulla questione Imu. La quota dello 0,38% a favore dello Stato e alla quale lo Stato stesso ha deciso di rinunciarvi con apposito provvedimento proprio a favore delle ex Iacp (Istituto Autonomo Case Popolari), in alcuni Comuni non è stata eliminata.

L’aliquota di base per alloggi Aler dovrebbe ridursi esclusivamente a quella dovuta al Comune che può aumentarla sino allo 0,68% o ridurla sino all0 0,08%. Tuttavia molte Amministrazioni hanno fatto orecchie da mercante mantenendo quello 0,38%.

A sollevare la questione è il presidente di Aler Lecco Giuseppe Canali che ha già fatto pervenire a tutti i sindaci della Provincia una lettera con la richiesta di non applicare quella quota.

“Ho chiesto loro di farmi capire se si è trattata di una scelta politica o di altro – spiega Canali – come nel caso di Mandello, dove ho incontrato personalmente il sindaco Riccardo Mariani e al quale ho spiegato la situazione. Il sindaco, avendo compreso la situazione, ha promesso che dal prossimo anno per le case Aler quello 0,38% verrà eliminato. Finora, gli unici comuni che hanno recepito il provvedimento sono stati quelli di Lecco, Civate, Molteno e Costamasnaga dove l’aliquota è stata fissata allo 0,4%”.

Una situazione che a conti fatti va ad aggravare enormente sulle casse dell’Aler: “Se nel 2007 con l’Ici pagavamo circa 213mila euro, oggi dobbiamo sborsare 666mila euro, un’enormità. Se si pensa poi che vi sono altre accise sulla casa e che stiamo parlando di canoni sociali dove in molti casi vengono pagati 20 euro d’affitto mensili e canoni moderati dove gli importi non superano i 380 euro mensili, è chiaro che spesso non arriviamo nemmeno a coprire le spese. Se lo Stato ha deciso di rinunciare al suo 0,38% proprio per non mettere in difficoltà le Aler non comprendo perchè i Comuni, visto che tutti stiamo vivendo un momento difficile, ci debbano fare la cresta…”.