Confcommercio : “novità pericolose per vendita prodotti agricoli”

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LECCO – Confcommercio Lecco preoccupata per la norma contenuta nel decreto Cresci Italia (D.L. 1/2012) che, denuncia l’associazione dei commercianti, rischia di penalizzare fortemente il settore della distribuzione se non verrà opportunamente modificata; dal prossimo 24 ottobre, ci saranno infatti novità importanti in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari.

La norma, secondo quanto evidenziato da Confcommercio, prevede la presenza di un contratto scritto relativo alla cessione dei prodotti che non contenga condizioni vessatorie, termini inderogabili per il pagamento (30 giorni per le merci deteriorabili e 60 per quelle non deteriorabili) con interessi in caso di mancanze e sanzioni che vanno da 500 a 500mila euro.

“Siamo preoccupati – spiega il presidente Peppino Ciresa – queste norme arrecheranno notevoli difficoltà a tutta la filiera alimentare, in particolare ai distributori e agli utilizzatori professionali quali pubblici esercizi e piccoli negozi al dettaglio. Se l’intento era quello di regolare lo squilibrio nei termini di pagamento tra la filiera agroalimentare e la grande distribuzione organizzata, le modalità scelte non vanno bene e rischiano di fare male al nostro settore penalizzando ulteriormente soprattutto le piccole realtà che oggi, con una crisi economica e di consumi ben evidente a tutti, stanno facendo una fatica enorme a resistere”.

Queste disposizioni non tengono conto della complessità e della molteplicità delle situazioni e della dinamica delle contrattazioni – prosegue il presidente – La realtà di tutti i giorni è ben diversa da quella che ha in mente il legislatore! Il risultato, lo ripeto, saranno gravosi adempimenti burocratici, ulteriori rigidità e oneri amministrativi a carico di tutti gli operatori del mercato, anche di quelli che la norma voleva difendere dalla grande distribuzione! Si vogliono fare adottare ai commercianti modalità estranee alla prassi senza alcun beneficio concreto ma con il rischio palese di aggravare i già diffusi problemi di liquidità oggi peggiorati dalla crisi in atto. E anche il richiamo alla direttiva europea sui ritardi di pagamento non può essere l’ispiratore del provvedimento, visto che queste disposizioni vanno ben oltre quanto richiesto dall’Europa stessa che comunque garantiva il principio basilare dell’autonomia contrattuale tra le parti con possibilità di derogare ai termini di legge. Per tutte queste ragioni chiediamo a gran voce, a nome dei nostri associati, che ci sia un ripensamento e che si adottino un regime transitorio o delle regole a tutela del nostro mondo”.

Il direttore di Confcommercio Lecco, Alberto Riva, si sofferma invece sull’obbligo della stipula del contratto in forma scritta: “Auspichiamo che il regolamento attuativo consenta una interpretazione un po’ più flessibile delle disposizioni al fine di attenuarne in qualche modo l’impatto sulle prassi commerciali consolidate e le specificità delle contrattazioni nei settori merceologici interessati. In merito alla tipologia del contratto la speranza è che per forma scritta si intenda qualsiasi forma di comunicazione scritta anche trasmessa in forma elettronica o via fax, anche priva di sottoscrizione, avente la funzione di manifestare la volontà delle parti di costituire, regolare o estinguere un rapporto avente come oggetto la cessione dei prodotti agricoli e alimentari”.