Presentato il 13° Rapporto annuale dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro
Meno disoccupati in Provincia ma imprese sempre più in difficoltà a reperire personale qualificato
LECCO – Il 2022 è stato un anno positivo per l’occupazione e il mercato del lavoro lecchese: segno più per gli occupati, cresciuti di 3.500 unità rispetto all’anno precedente (+2,5%) e anche per i posti di lavoro (+8%). Il tasso di disoccupazione nella nostra Provincia risulta praticamente dimezzato con 4.100 persone in cerca di lavoro rispetto alle 8.100 del 2021.
Questi alcuni dei dati contenuti nel 13° rapporto annuale dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro di Lecco presentato venerdì mattina. Il documento è stato realizzato da Provincia di Lecco e Camera di Commercio di Como-Lecco nell’ambito del progetto Polo di eccellenza per la gestione del mercato del lavoro e delle risorse umane in provincia di Lecco, operativo dal 2009. Indicativo il titolo del report, ‘Cresce l’occupazione in un sistema più esigente’ che sottolinea i due aspetti della situazione del mercato lavorativo: da un lato quello della netta ripresa dopo un biennio difficile, dall’altro l’aumento delle difficoltà da parte delle attività economiche a trovare personale qualificato.
I saluti istituzionali di Camera di Commercio e Regione
La presentazione del rapporto si è aperta con i saluti istituzionali del presidente della Camera di Commercio Como-Lecco Marco Galimberti: “Siamo naturalmente soddisfatti dei numeri – ha commentato – dopo due anni difficili il 2022 ha visto i principali indicatori del mercato del lavoro locale registrare un’intonazione positiva, grazie ad una consistente ripresa dell’economia, soprattutto nel settore industriale. A fronte delle difficoltà di reperimento di personale che le aziende ci segnalano quotidianamente è evidente che dobbiamo alzare l’asticella: l’economia si sta sempre più specializzando e dobbiamo tenerne conto”.
Un tema, quello della formazione, particolarmente caro anche a Regione Lombardia rappresentata per l’occasione dal Sottosegretario Mauro Piazza: “Il territorio lecchese ha dimostrato la sua resilienza e la sua capacità di risposta alla crisi, e questo grazie alla flessibilità del suo tessuto economico. Tuttavia, più questo tessuto è flessibile più il settore chiede un’offerta professionale che, al momento, non è allineata con la domanda. Su questo stiamo lavorando, anche a livello regionale, anche l’implemento di fondi per gli Its e Ifts: è un tema caldo e anche nel lecchese c’è fermento come dimostra la volontà già espressa da alcuni istituti di introdurre nuovi corsi di formazione specializzati. Per dare qualche numero, nell’anno scolastico 2022/2023 in Lombardia gli studenti iscritti agli Its sono stati 5.800 e 63 mila quelli agli Ifts, ovvero i percorsi annuali di Istruzione e e Formazione Tecnica Superiore, pari al 20% di tutti gli studenti iscritti alle superiori. Segno che si tratta di realtà importanti e che vanno debitamente sostenute”.
Hofmann: “In Provincia di Lecco diffusa e radicata cultura del lavoro”
“Oggi ci troviamo nella “Casa dell’economia lecchese” e ovviamente il buon andamento del mercato del lavoro dipende principalmente dalla diffusa e radicata cultura del lavoro che caratterizza il nostro territorio, dove imprenditori e lavoratori operano con abilità e impegno nella produzione di beni e servizi di qualità – ha detto nel suo intervento la Presidente della Provincia di Lecco Alessandra Hofmann – Questa caratteristica è evidenziata dal fatto che nel 2022 il tasso provinciale di disoccupazione si è quasi dimezzato, passando dal 5,5% al 2,9%, con la provincia di Lecco che si è classificata al 2° posto a livello italiano per minor numero di disoccupati. Per il tasso di occupazione totale il nostro territorio ha raggiunto il 67,1% e si posiziona un po’ al di sotto dei valori medi europei. Quest’anno il Rapporto contiene per la prima volta un focus sull’andamento demografico del nostro territorio, che ci consente di ampliare l’analisi con questo interessante tema di riflessione. Purtroppo emerge una situazione di preoccupante calo della natalità, unito a un invecchiamento della popolazione, al momento senza particolari effetti sul mercato del lavoro, ma che per i prossimi anni non lascia intravedere nulla di buono, se non saranno promosse politiche nazionali idonee a invertire questa tendenza negativa. Per questo motivo abbiamo chiesto ai relatori del convegno di evidenziare come le politiche attive del lavoro possano consentirci di qualificare e inserire nel mercato del lavoro un significativo numero di persone, affinché il tasso di occupazione della nostra provincia possa crescere ulteriormente, contribuendo così ad aumentare la coesione e l’integrazione sociale nelle nostre comunità e supportando la crescita del sistema economico locale”.
“La volontà della Provincia – ha continuato è proseguire sulla strada intrapresa, ossia mettere al centro della sua azione le persone e i loro bisogni di orientamento, accompagnamento al lavoro, qualificazione e riqualificazione professionale, cooperando anche con gli attori preposti a erogare servizi sociali e socioassistenziali, affinché si possano dare risposte ai bisogni complessi che non riguardano solamente la dimensione lavorativa delle persone. Negli ultimi mesi, oltre all’attuazione del programma Garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol), il nostro sistema territoriale ha condiviso due progetti di Patti territoriali per la competenza e l’occupazione, frutto della collaborazione tra Provincia, Camera di Commercio e un’ampia platea di stakeholder pubblici e privati locali. Sono certa che queste nuove progettualità, che mirano innanzitutto a ridurre il gap tra la domanda e l’offerta di lavoro rispetto ai profili professionali più richiesti dalle nostre attività economiche, potranno contribuire a rendere il nostro mercato del lavoro più efficiente e inclusivo, pronto ad affrontare le sfide che attendono il nostro sistema territoriale”.
In chiusura del suo intervento la presidente ha voluto ringraziare il Consigliere provinciale Carlo Malugani, la dirigente Cristina Paganoie a tutti gli operatori del Centro per l’Impiego “per il proficuo e prezioso lavoro svolto quotidianamente, che permette alla Provincia di Lecco di essere un’eccellenza, riconosciuta anche a livello regionale e nazionale, in questo settore”.
In aumento l’occupazione, soprattutto quella femminile
Ad occuparsi della presentazione del rapporto sono stati Gianni Menicatti e Andrea Gianni di PTS. “Da sottolineare, come curiosità, è il fatto che il valore del tasso di disoccupazione è sceso sotto il 3%, una soglia superata, dalla costituzione della Provincia di Lecco, solo nel 2004 e nel 2007” ha detto Menicatti. In termini di occupati, la componente maschile registra una crescita di poco inferiore all’1% con tasso stabile al 74,4% mentre più sostenuta risulta la ripresa della componente femminile che registra un +4.9% con un tasso di occupazione passato dal 57% del 2021 al 59,9% del 2022. Sottolineato anche l’aumento dell’occupazione nella fascia giovanile 15-24 anni cresciuta di circa 1.000 occupati per arrivare a 9 mila unità. Si abbassa anche al 5% la percentuale dei Neet (Not in Education, Employment or Training, ovvero i giovani che non studiano, non lavorano né sono inseriti in un percorso di formazione).
Cresce la domanda, ma non l’offerta di lavoro qualificato
Un aspetto già presente nella realtà economica-produttiva lecchese ma che si è amplificato nell’ultimo biennio è quello del mismatch tra domanda e offerta di lavoro, “non solo in termini quantitativi – spiegano i relatori – ma in quelli qualitativi: livelli formativi, competenze necessarie, affidabilità, cultura del lavoro”. Insomma, le imprese lecchesi hanno segnalato crescenti difficoltà di reperimento di personale: “Nel 2022 questa difficoltà si è presentata per quasi una figura su due (47%) e coinvolgendo un ampio ventaglio di figure professionali con particolare accentuazione per i tecnici e gli operai specializzati (in 7 casi su 10, ndr)”. Secondo le imprese le difficoltà sono solo in parte associate ad una formazione inadeguata, ma per lo più nascono da un’offerta ridotta e non sufficiente, in atri termini da una mancanza di personale disponibile. “Nella nostra Provincia – ha detto Menicatti – c’è un elevato livello di scolarità e la propensione dei diplomati lecchesi è quella di intraprendere un percorso universitario, circostanze positive ma che hanno inevitabilmente ridimensionato il flusso di soggetti orientati ad inserirsi immediatamente nel mercato del lavoro. Inoltre le lauree conseguite non sono sempre in linea con le esigenze delle imprese locali”.
Lavorare fuori Lecco
Nonostante la maggior presenza di posti di lavoro sul territorio, si conferma elevato il segmento dei lavoratori lecchesi con un impiego al di fuori della Provincia: sono circa 37 mila persone. Le imprese della Provincia di Milano attraggono la quota più consistente di lavoratori lecchesi (31%), ma altrettanto elevato è il flusso verso l’area di Monza e Brianza (30,2%). La Provincia di Como attrae un flusso abbastanza consistente di lavoratori in uscita da Lecco, pari al 14%, di contro quelli in entrata da Como incidono per il 20% del totale. Flussi di minor rilevanza riguardando le province di Bergamo e Sondrio e in misura ancora più contenuta le altre province lombarde e i territori fuori regione.
La crescente incidenza della popolazione anziana
In un contesto di relativa stabilità demografica si rileva un rapido processo di invecchiamento della popolazione: nell’ultimo decennio gli over 64 sono aumentati da 69 mila a 82 mila unità (+18,2%). Andamento opposto invece per il segmento della popolazione più giovane, quello fino a 14 anni. Nel 2002 si contavano 48.800 unità, nel 2022 sono 42.500, per una flessione pari al 12,9%. Le due diverse dinamiche hanno determinato un innalzamento del tasso di vecchiaia salito a 192,2 (quasi due residenti anziani per uno giovane).
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