Fabi (Ance Lecco Sondrio): “Il processo di riqualificazione delle nostre città non si può fermare”

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Luca Fabi
Luca Fabi presidente Ance Lecco - Sondrio

Il presidente di Ance Lecco Sondrio: “Serve un piano che abbia alla sua base programmazione e sostenibilità per lo Stato, le famiglie e le imprese”

LECCO – Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti (Lega) in occasione di un incontro a porte chiuse che si è tenuto a Cernobbio, ha dichiarato che il Superbonus fa “venire il mal di pancia” sottolineando come lo strumento in questione “ingessa il bilancio e lascia pochi margini per altro”.

Considerazioni sulle quali interviene il presidente di Ance Lecco Sondrio Luca Fabi che auspica un “piano che abbia alla sua base programmazione e sostenibilità per lo Stato, le famiglie e le imprese”.

“Le esternazioni del Ministro Giorgetti al convegno di Cernobbio pongono nuovamente al centro della riflessione il tema del Superbonus e, più in generale, degli incentivi alla riqualificazione del patrimonio abitativo del nostro Paese – spiega il presidente Fabi – La visione del Ministro evidenzia alcune distorsioni che il provvedimento ha determinato a livello di mercato. Soprattutto, preoccupano fortemente le ripercussioni negative su imprese e famiglie che determina l’ammontare dei crediti incagliati, per la cui soluzione ci attendiamo quanto prima provvedimenti concreti”.

Fabi, invita quindi a non dimenticare che lo stock abitativo italiano è costituito da 12,2 milioni di edifici dei quali oltre il 70% è stato costruito prima dell’emanazione delle norme antisismiche (1974) e sull’efficienza energetica (1976).

“Si tratta dunque di un patrimonio che ha abbondantemente superato, in media, i 40 anni, soglia temporale oltre la quale si rendono indispensabili interventi di manutenzione – prosegue il presidente di Ance Lecco e Sondrio – Il Superbonus ha permesso di riqualificarne il 5 per cento. Ciò che ci attende ancora, dunque, è una sfida epocale, accentuata dalla decisione dell’Europa di imporre parametri ancor più stringenti sul costruito, per renderlo neutrale alle emissioni nocive entro il 2050”.

“Pertanto – afferma ancora il presidente Fabi – è dovere del nostro Paese creare le condizioni perché questa azione venga sostenuta ed attuata. E ciò è possibile solo mettendo in campo un sistema di incentivi che renda sostenibile, dal punto di vista economico, la scelta delle famiglie italiane di intervenire sugli edifici in cui abitano. Un sistema di incentivi che sia certamente sostenibile anche per il bilancio dello Stato e che sia frutto di una programmazione ben definita, articolata su un decennio”.

E in questa direzione, nelle scorse settimane, Ance nazionale ha avanzato una proposta che si articola su 11 punti, tra cui il mantenimento, a regime, dell’aliquota del 70% prevista per il 2024; previsione di un’aliquota del 100% per i soli soggetti incapienti; possibilità di cessione del credito o di sconto in fattura per i soli interventi di riqualificazione energetica e sismica di interi edifici; miglioramento energetico di almeno quattro classi per gli edifici ricadenti nelle attuali classi E, F e G e miglioramento sismico di almeno una classe di rischio, nelle zone 1, 2 e 3.

“Tale sistema di incentivi – conclude Fabi – permetterebbe, secondo Ance, di intervenire su circa 120.000 edifici ogni anno, con un costo annuo per lo Stato di circa 20 miliardi. Un investimento significativo ma programmabile e sostenibile per lo Stato e le famiglie oltre che, soprattutto, fondamentale per riqualificare le nostre città”.