“Il lavoro non si tocca” anche Lecco sciopero di due ore nelle fabbriche

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Venerdì due ore di sciopero dei metalmeccanici lecchesi in solidarietà ai colleghi licenziati

“Politica in ritardo, il blocco dei licenziamenti aveva solo spostato il problema”

LECCO – Anche le province di  Lecco e Como aderiscono sciopero convocato dalla segreterie nazionali di Fiom, Fim e Uilm  per difendere l’occupazione e contro le procedure di licenziamento attuate negli ultimi giorni da alcune aziende e multinazionali (Gkn, Whirlpool, Gianetti Ruote e altre ancora) nei confronti di centinaia di lavoratori.

Nel territorio lecchese lo sciopero coinvolgerà tutte le aziende metalmeccaniche nella giornata di venerdì 23 luglio, nelle ultime due ore di ogni turno.

“Il blocco dei licenziamenti se fosse stato prorogato avrebbe solo ritardato quel che sta avvenendo in questi giorni. Licenziamenti di massa – sottolinea Enrico Azzaro, segretario della Uilm Lario –  Purtroppo anche in questo caso registriamo un forte ritardo della politica. In un anno e mezzo, non si è mai entrati nel merito di una riforma degli ammortizzatori, capace da una parte di tutela ed estesa ai settori più deboli e come creare le condizioni per una politica industriale complessiva che consideri, fiscalità, investimenti, e regole chiare e precise.

Enrico Azzaro, segretario della Uilm del Lario

Le vertenze Giannetti, Gkn, Whirlpool, Embraco, sono la conseguenza dello strapotere delle multinazionali – prosegue Azzaro – Il blocco dei licenziamenti ha solo spostato il problema in avanti, noi avevamo previsto tutto questo, ed oggi vediamo le conseguenze che ricadono sul paese con tutta la sua drammaticità”.

Più risorse per garantire stabilità occupazionale

Licenziamenti “avvenuti dopo lo sblocco deciso dal governo ma che sono frutto anche di una situazione che si trascina da troppo tempo e a pagare il conto, come spesso capita, sono come i lavoratori e le lavoratrici – sottolinea Maurizio Oreggia della Fiom Cgil Lecco – E’ necessario che l’istituzione si assuma la responsabilità e intervenga ad arginare queste dinamiche che portano a chiudere importanti realtà produttive e a disperdere patrimoni di competenze e know how”.

Situazioni che per ora, fortunatamente, non stanno coinvolgendo il territorio lecchese ma l’attenzione dei sindacati resta alta.

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Maurizio Oreggia, segretario Fiom Cgil Lecco

“Serve una riforma degli ammortizzatori sociali ma dobbiamo pensare anche a come indirizzare le risorse europee che arriveranno nel nostro Paese, molte delle quali ricadranno sul sistema produttivo. Noi pensiamo debbano essere investite per garantire stabilità dei posti di lavoro e maggiore occupazione”.

“Il denaro di tutti non può creare ricchezza per pochi – prosegue Oreggia – questo sciopero vuole essere un segnale, al Governo ma anche agli industriali, un richiamo alle responsabilità anche sociali delle imprese”.

Modalità di licenziamento inaccettabili

Un atteggiamento di responsabilità che purtroppo non si è visto in alcune delle ultime note vicende con licenziamenti di massa annunciati tramite messaggi mail o addirittura What’sApp: “Modalità inaccettabili e contrarie in molti casi a quello che è lo spirito delle normative esistenti ma anche all’avviso comune firmato solo qualche settimana fa da Governo, sindacati e associazioni datoriali – sottolinea Enrico Vacca, segretario della Fim Cisl Lecco Monza – un vezzo che si sta sempre più allargando ed è importante che l’opinione pubblica prenda atto del rischio che possano accadere decine di situazioni simili”.

Enrico Vacca, segretario Fim Cisl Lecco Monza

“Un’azienda che licenzia duecento lavoratori finisce sui giornali – aggiunge Vacca – ma non dobbiamo dimenticarci che ci sono realtà più piccole collegate a queste che, ritrovandosi da un giorno all’altro senza commesse, rischiano a loro volta di chiudere o di mettere i propri lavoratori in cassa integrazione”.