Oltre 300 micro-piccole imprese e imprese artigiane lecchesi hanno risposto al sondaggio di Confartigianato
“Se c’è un aspetto sul quale i nostri imprenditori si aspettano un’azione decisa della politica è il taglio del costo del lavoro”
LECCO – “E’ un momento in cui la cautela da parte delle imprese è d’obbligo. Registriamo da una parte il desiderio di sviluppo e crescita delle nostre MPI e degli artigiani, d’altro lato il rovescio della medaglia riguarda i costi che costituiscono un freno pesante: in primis i costi delle materie prime, delle commodities energetiche e del lavoro” esordisce il presidente di Confartigianato Imprese Lecco, Daniele Riva commentando i risultati della survey promossa da Confartigianato Lombardia e che ha interessato anche le imprese del Lecchese.
“Se c’è un aspetto sul quale i nostri imprenditori si aspettano un’azione decisa della politica è il taglio del costo del lavoro, almeno per le MPI. Perché questa tipologia d’attività resta sui territori, capillare e diffusa, e permette che non si disperda nel tempo il sapere dei cluster, quel bagaglio di competenze, conoscenze, esperienza e rete che costituisce un patrimonio importante della nostra regione e della nostra provincia. Il taglio del cuneo fiscale è dunque un tema che andrebbe ripreso con determinazione, senza rimandare oltre, consapevoli del valore che il supporto alle MPI genera e porta ai territori. Sottolineo – aggiunge Riva – che emerge un aspetto sul quale iniziamo a registrare una certa attesa e speranza da parte delle imprese, il PNRR, con l’8,8% delle MPI e egli artigiani lecchesi che ritiene che le risorse per finanziare riforme e interventi messe in campo possano rappresentare una buona opportunità anche per il loro business”.
“I nostri imprenditori non si limitano a una posizione di attesa nei confronti della politica, sono i primi ad agire per essere più attrattivi nei confronti di quei profili che costituiscono una carta importante della loro crescita. Molti ci segnalano, nella nostra ultima rilevazione, lo sforzo nel migliorare l’immagine e la narrazione del loro lavoro rivolta ai giovani (53,8%) – dettaglia il segretario generale di Confartigianato Imprese Lecco, Matilde Petracca – A questa azione si accompagna l’arricchimento di una retribuzione media in linea con l’offerta di mercato grazie all’incremento o all’introduzione di iniziative di welfare, benefit e piani a favore del dipendente (36%%), la proposta di corsi di formazione (13,4%) e la flessibilità nella gestione dell’orario di lavoro (e ove possibile smart working) (9,8%). In tale operazione di attrazione delle giovani leve, anche in ottica di riduzione del mismatch domanda-offerta di lavoro, centrale si dimostra la collaborazione stretta degli imprenditori con gli istituti scolastici e di formazione: ad oggi il 26,4% delle MPI ne è già protagonista attivo”.
Le evidenze emerse
Al Sondaggio d’ascolto “Criticità e prospettive 2023 per le MPI lombarde” di Confartigianato Lombardia, svolto a inizio marzo, hanno partecipato oltre 300 micro-piccole imprese e imprese artigiane lecchesi.
Il fatturato delle MPI lecchesi nel 2022 segna una crescita del +2,1%. A livello settoriale performance migliori si registrano per edilizia, installatori d’impianti, servizi informatici e legno-arredo. Due MPI su 3 (65%) segnalano il pieno recupero dei livelli di fatturato e dei volumi di produzione, pre-pandemia; quota più alta si osserva per il settore delle Costruzioni. Rispetto a come evolverà la situazione e a cosa si aspettano le imprese nei prossimi sei mesi si registra un saldo preceduto da segno meno (-7,6 p.p.) determinato da una minoranza di MPI con giudizio positivo sull’andamento futuro dell’attività (18,9%) rispetto a quelle che prevedono un peggioramento (26,5%).
Le prime tre difficoltà maggiormente riscontrate negli ultimi 12 mesi dalle imprese artigiane e di piccole dimensioni sono: aumento prezzi delle materie prime (82,5%), alto prezzo energia e gas (53,8%) e mancanza manodopera (31,7%). Seguono: scarsità materie prime (28,2%), incremento dei tassi d’interesse (14,6%), costo dei trasporti (17,6%), insufficienza di domanda (17,3%) e conflitto Russia-Ucraina (5,2%). Queste criticità comportano differenti conseguenze sulle imprese. Tra quelle maggiormente segnalate: riduzione dei margini (72,6%), ritardi nelle consegne (32%) e mancato aumento/riduzione del personale (20,2%).
Per far fronte all’elevato costo di energia e gas il 10% delle MPI ha effettuato investimenti green nell’ultimo anno. In particolare, hanno effettuato investimenti in installazione di impianti di illuminazione a basso consumo energetico (53,8%), in installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (41,1%) e nell’acquisto di macchinari/utensili più efficienti (28,9%).
Del 32,4% di MPI che nel 2022 ha assunto nuovo personale il 73,2% afferma di aver riscontrato delle difficoltà nel trovare la figura ricercata. Per far fronte a tale situazione gli artigiani indicano prioritario migliorare l’immagine e la narrazione delle professioni artigiane rivolta ai giovani (53,8%) e assicurare un livello medio retributivo in linea con l’offerta di mercato (43%). La collaborazione scuola-impresa rappresenta un asset strategico per cambiare la percezione dell’artigianato, superando gli stereotipi e trasmettendo una narrazione più veritiera e aggiornata alle nuove generazioni.
Volgendo lo sguardo oltre, alle prospettive future, fa riflettere un dato. Ad oggi la quota di MPI che ritiene che le risorse per finanziare riforme e interventi messe in campo dal PNRR possano rappresentare un’opportunità per l’impresa stessa si attesta solo all’8,8. Bassa anche la quota di MPMI lecchesi che ritengono le Olimpiadi 2026 un’opportunità, 2,5%.
Infine la spinosa questione edilizia: le MPI che vantano crediti legati ai bonus “incagliati” nei cassetti discali sono il 22,9%.