Il 2020 delle piccole medie imprese lecchesi e le prospettive per il nuovo anno
Marco Piazza, direttore di Api: “Non abbiamo subito come altri settori ma le incertezze non mancano”
LECCO – “La nostra situazione è diversa rispetto a quella di altri settori, come il commercio in particolare, che hanno subito più di altri gli effetti economici legati all’emergenza sanitaria. Le conseguenze per le piccole medie imprese, soprattutto manifatturiere, sono state minori. Quello che è cambiato, in questo contesto, è l’impossibilità di pianificare il lavoro sul lungo periodo, la programmazione che è diventata quasi quotidiana”.
Marco Piazza, direttore di Api Lecco Sondrio (l’associazione delle piccole medie imprese) racconta l’anno contrassegnato dalla pandemia, dal lockdown totale di Primavera che ha riguardato anche le fabbriche, al nuovo anno che inizia con qualche consapevolezza in più ma non senza incertezze.
I primi mesi dell’emergenza
“A marzo ci siamo battuti affinché le aziende restassero aperte – ricorda il direttore di Api – facendo presente che c’erano le condizioni per continuare a lavorare. Di fatto, con la ripresa delle attività, è stato dimostrato che si poteva proseguire in sicurezza, con tutte le precauzioni previste. Non si sono verificate incidenze evidenti di contagi in azienda e, quando si sono verificati dei casi, sono stati circoscritti”.
L’esigenza delle imprese in quel momento “era capire come organizzare il lavoro, la gestione del personale, quindi come lavorare rispettando le norme – spiega Piazza – L’associazione ha dato supporto informativo per quel che riguarda i protocolli previsti, gli strumenti finanziari messi a disposizione, alcuni si sono dimostrati realmente utili, per esempio il credito d’imposta sull’acquisto di attrezzature per riadattare gli uffici alle modalità previste. Per quanto riguarda cassa integrazione e ristori, invece, è vero che in molti casi ci sono stati ritardi nella loro erogazione”.
“Un fattore critico emerso in quest’ultimo anno – aggiunge – è la necessità di sviluppare maggiormente le infrastrutture digitali: ci siamo ormai tutti abituati alle riunioni in Skype, Zoom o simili, ma non sempre strumentazioni e connessioni sono ottimali. Allo stesso modo, lo smart working potrebbe essere meglio definito, da norme e protocolli, per essere sviluppato in una modalità più funzionale”.
Il mercato ha retto
Fortunatamente, il contraccolpo del lockdown totale ha lasciato spazio ad una graduale ripresa: “Le piccole medie imprese del nostro territorio sono legate in particolare alla subfornitura per il settore dell’automotive e dintorni, che ha conosciuto un recupero e ha dato prospettiva ai mesi seguenti. Anche altri settori, come la ferramenta, hanno retto nei volumi – spiega Piazza – Il problema principale è ancora oggi l’impossibilità di pianificare l’attività a lungo termine e cercare ulteriori commesse attraverso le consuete relazioni con i clienti, in Italia e all’estero. Questo ha creato della sofferenza dal punto di vista della programmazione”.
Per lo stesso motivo ha pesato lo ‘stop’ agli eventi fieristici internazionali, da sempre occasione di promozione e incontro delle imprese che puntano ad allargare il loro giro di affari. “Ha pesato sicuramente anche questo – conferma il direttore di Api – tutte le grandi fiere in Europa sono state annullate. Sul nostro territorio abbiamo fatto giusto in tempo a realizzare ‘Fornitore Offresi’ a LarioFiere. Tutto il resto è mancato”.
“Un altro problema emerso in questi ultimi mesi – spiega Piazza – è il reperimento delle materie prime (acciaio, energia…), c’è tensione sul mercato e variabilità su prezzi e quantitativi”.
Mesi ancora incerti
“La situazione non si è rivelata critica come temevamo – prosegue Piazza – si è però prolungata oltre quello che immaginavamo, quindi bisogna capire quale sarà l’effetto nei prossimi mesi”.
Da marzo, poi, la cassa Covid e il blocco dei licenziamenti potrebbero venire meno. “Difficile fare previsioni. Bisogna anticipare eventuali conseguenze e trovare gli strumenti giusti. Anche sul territorio occorre proseguire con politiche del lavoro che possano facilitare la riconversione e la ricollocazione. A prescindere dall’emergenza, sono processi utili per un territorio che intende svilupparsi e che necessita di figure professionali nuove e specializzate”.
La Brexit non preoccupa
Un’altra novità è sicuramente l’uscita del Regno Unito dal mercato unico europeo. “Per il momento – spiega Piazza – la Brexit si è tradotta solo in un fastidio burocratico, per le nuove disposizioni e procedimenti, non ha cambiato gli scenari commerciali e i rapporti in essere”
I principali mercati per le imprese lecchesi restano quelli più vicini come Francia e Germania: “Sono ormai da tempo il nostro sbocco naturale, un mercato di prossimità che possiamo definire come ‘domestico’”.
I nuovi progetti di API
Per l’associazione delle piccole imprese lecchesi e sondriesi, che conta oltre cinquecento associati, “il 2020 è stato un anno di lavoro, di studio e di progettazione nell’ambito dei temi da sempre cari alla nostra associazione e che si traducono in servizi utili alle imprese associate” spiega Piazza.
Appena inaugurata la nuova piattaforma web di Api Lecco Sondrio, “uno strumento – spiega Piazza – per migliorare ulteriormente la comunicazione agli associati e all’esterno dell’associazione, per far conoscere il nostro messaggio e i nostri servizi”.
Novità anche per l’Ufficio Estero, servizio che vede la collaborazione con Confartigianato e che ha superato i suoi dieci anni di attività, per il quale sono previsti ulteriori sviluppi. “Li comunicheremmo presto” spiega Piazza.
Resta fondamentale il tema della formazione, con diverse migliaia di lavoratori formati dall’associazione attraverso percorsi aziendali o pluriaziendali e finanziati dalla stessa Api. C’è poi l’innovazione con ApiTech “che rilanceremo nel 2021, con una persona in più nella squadra e collaborazioni con gli atenei per attingere ulteriori risorse”.
Infine la sede di Morbegno la cui attività sarà ulteriormente sviluppata. “Vogliamo dare valore e investire sulle competenze di cui già disponiamo – conclude il direttore di Api – uno dei nostri punti di forza è fornire i servizi ai nostri associati alcuni gratuiti e altri a costi alla portata anche dei micro-imprenditori, che altrimenti dovrebbero rinunciarvi. Per farlo, non ci appoggiamo ad enti esterni ma li eroghiamo direttamente come associazione o attraverso le società della ‘famiglia’ API che operano all’interno della nostra sede”.