A Lariofiere la Giornata dell’Economia promossa dalla Camera di Commercio
Crescono tutti i settori ed export da record. Lecco seconda provincia per minor disoccupazione ma le aziende non trovano addetti
LECCO – L’economia lariana ‘vola’, seppur con carenze tra ‘equipaggio’ e ‘personale di terra’: il report presentato oggi in occasione della Giornata dell’Economia ribadisce infatti il trend ampiamente positivo delle province di Como e Lecco ma conferma anche le criticità vissute dal sistema impresa, prima tra tutte la difficoltà delle aziende di reperire forza lavoro.
In questo contesto, Lecco è la seconda provincia italiana per minor tasso di disoccupazione (2,8%), con un aumento complessivo di occupati tra le due province del 3% nel 2022 e un calo della disoccupazione del 28%.
Nello stesso anno sul territorio lariano aumentano le imprese (+400) e cresce la produzione manifatturiera, sia nell’industria che nell’artigianato, superando i massimi rilevati nel 2019, prima del Covid, pur senza grosse variazioni nei livelli di occupazione, aumentati a Lecco e diminuiti invece nel comasco. Cresce l’export (+18%) arrivando alla cifra record di 12,5 miliardi di euro e crescono pure le importazioni (+30%).
Sorride anche l’edilizia, sostenuta da incentivi e dai finanziamenti del Pnrr per la realizzazione di opere pubbliche, un buon momento confermato anche dall’aumento delle vendite immobiliari e dall’accensione di mutui.à
Segnali positivi per il terziario, con un volume di affari in crescita in misura più evidente nell’ambito dei servizi che nel commercio, lo stesso per quanto riguarda l’incremento dell’occupazione. Una dinamica rilevata nel terziario nell’ultima decade è l’effetto contenuto delle assunzioni sui volumi di affari, ovvero ad ogni lavoratore assunto non si registrerebbe un corrispondente aumento di fatturato per l’attività. La forbice si sarebbe comunque assottigliata nell’ultimo anno, segnale, secondo gli esperti dell’ente camerale, che sarebbero in atto processi di trasformazione nel settore e di miglioramento in termini di efficienza.
Festeggia anche il turismo con un aumento del 13% degli addetti, un aumento del 2% dei posti letto con un netto incremento (+13%) nelle strutture extra alberghiere. La crescita del settore va di pari passo con quella degli arrivi (+67% nel 2022) e delle presenze (+18%) con un totale di 5 milioni di notti di villeggiatura trascorse sul Lario, anche se la fetta più grande (80%) degli afflussi spetta a Como (circa l’80%). Calano i turisti italiani di circa un terzo sull’anno precedente ma aumentano gli stranieri che rappresentano l’80% dei visitatori.
Il rapporto, presentato in mattinata a Lariofiere, è stato realizzato dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio a cura di Carlo Guidotti, Daniele Rusconi, Michela Cantoni con il coordinamento tecnico scientifico di Andrea Gianni e Gianni Menicatti.
“Abbiamo vissuto anni di resilienza, poi l’economia territoriale ha fatto uno scatto in avanti e i numeri ci fanno ben sperare – ha rimarcato Marco Galimberti, presidente della Camera di Commercio – Non significa però che tutti i problemi sono risolti, anzi, ci sono questioni strutturali che sono diventate evidenti nel tempo. La difficoltà di reperimento della manodopera e delle competenze è la principale difficoltà oggi per le imprese”.
Sempre meno giovani (e quelli che ci sono lavorano altrove)
Lo scorso anno, le imprese hanno giudicato di difficile reperimento circa il 45% degli ingressi, percentuali che spingono Como e Lecco tra le province che subiscono maggiormente questa difficoltà. Perché?
“Metà dei giovani lariani studia nei licei e non ha una formazione direttamente spendibile in azienda, quindi prosegue all’università. Ma il bisogno di laureati delle nostre imprese si ferma solo al 14% delle assunzioni previste” spiega Carlo Guidotti.
Dove trovano quindi impiego i laureati lariani? “I comaschi soprattutto vanno in Canton Ticino – aggiunge Guidotti – circa 31 mila lavoratori lariani si spostano su Milano e 22 mila a Monza, provincia con la quale c’è un interscambio (20,3 mila monzesi si spostano verso il Lario) pur a vantaggio di questo territorio”.
Complessivamente sono 112 mila i lavoratori in uscita dalle province lariane e ne entrano solo 72 mila dalle aree limitrofe. “C’è un problema di attrattività economica – spiega il referente della Camera di Commercio – oggi i lavoratori scelgono le aziende che possono dargli le migliori condizioni. E’ difficile competere con gli stipendi svizzeri ma il nostro sistema deve cercare di essere più attrattivo e offrire un’altra qualità della vita”.
Un problema, la carenza di lavoratori, che rischia di peggiorare sensibilmente: “L’immigrazione è stabile da anni sul territorio e la natalità in picchiata non garantisce il ricambio della popolazione lariana. Per ogni under 15 ci sono due over 65 – rimarca Guidotti – in un momento in cui il mercato guarda alle nuove tecnologie e alle nuove professioni, i giovani – che dovrebbero apprenderle e padroneggiarle – sono sempre meno”.
L’assessore Guidesi: “Le transizioni non devono spaventarci”
Alla Giornata dell’Economia di Lariofiere era presente anche l’assessore regionale allo sviluppo economico, Guido Guidesi: “Otto anni fa Regione Lombardia ha lanciato una sperimentazione, una manifestazione di interesse su ‘filiere ed ecosistemi’ come abbiamo voluto chiamarla. Per la prima volta l’amministrazione regionale ha offerto il proprio sostegno, non più alle categorie di imprese ma ai settori, chiedendo loro quali fossero le strategie a medio lungo termine, coinvolgendo anche università, centri di ricerca e istituti di formazione”
Una sperimentazione che, ha rimarcato l’assessore, “ha funzionato, tanto che la scorsa settimana abbiamo incontrato le prime 35 filiere certificate a cui partecipano 700 soggetti. Ora vogliamo passare dalla fase sperimentale a quella strutturale. Io credo che in Lombardia, nonostante i dati positivi, ci sia un potenziale ancora inespresso che sta nella mancata connessione di cui già oggi disponiamo”.
Una seconda partita da vincere, ha aggiunto Guidesi, “è la possibilità per le nostre imprese di accedere al credito, perché l’unico modo che le aziende hanno per anticipare il mercato è quello di migliorarsi, per farlo devono investire”.
Le trasformazioni nelle aziende, in particolare nel settore dell’automotive, devono essere gestite con attenzione, ha aggiunto l’assessore, “grazie alla formazione, gli operai del passato sono oggi tecnici del software”, così come le transizioni ecologica ed energetica “non devono spaventarci, perché il settore green sta offrendo nuovi posti di lavoro in Lombardia”.
“Facendo le giuste scelte strategiche – ha concluso Guidesi – daremo opportunità ai nostri giovani di giocarsi la propria partita sul territorio”.