Uilm Lario celebra il suo primo congresso con il segretario nazionale Rocco Palombella
Al centro le difficoltà del settore tra approvvigionamenti, rincari e necessità di competenze. Enrico Azzaro rieletto segretario
LECCO – Primo congresso unificato per la Uilm del Lario: questa mattina, alla sala conferenze dell’NH Hotel di Lecco, si è svolta l’assemblea del sindacato che ha visto per la prima volta insieme i delegati delle province di Lecco, Como e Sondrio. Un momento importante che ha visto la presenza anche del segretario nazionale Rocco Palombella oltre che esponenti delle altre sigle sindacali e del mondo delle imprese.
Un sindacato, la Uilm lariana, che ha conosciuto un’evidente crescita in questi anni, in termini di rappresentatività all’interno di importanti realtà aziendali del territorio.
“Ricordiamoci che cos’era la Uilm nel 2014 e come siamo arrivati a questa giornata: oggi siamo presenti in 470 aziende e 1700 iscritti, la maggior parte in provincia di Lecco ma anche a Como stiamo ottenendo ottimi risultati, così come in alcune realtà della provincia di Sondrio – ha rimarcato Enrico Azzaro, rieletto segretario provinciale, nella sua relazione al congresso del sindacato lariano – abbiamo acquistato una sede e abbiamo degli operatori dedicati. Un risultato ottenuto solo grazie al lavoro di tutta la nostra organizzazione”.
Un settore, quello metalmeccanico, che sta affrontando le difficoltà legate all’attuale contesto di incertezza. “Ci aspetta un autunno di grande cautela – ha detto il sindaco Mauro Gattinoni che è intervenuto portando il suo saluto in assemblea – stiamo assistendo ad una svolta epocale nel mondo economico che spinge oggi verso un’economia più green ma non senza costi, compresa l’inflazione che pesa sulle famiglie”.
L’industria oggi deve fare i conti con i rincari sulle materie prime e dell’energia che rischiano di frenare i processi produttivi.
“Una tempesta perfetta – secondo il segretario nazionale Rocco Palombella – Prima la crisi economica, poi la pandemia e ora la guerra. Questa condizione sta provocando delle difficoltà alle famiglie e ad un settore importante come quello metalmeccanico che sconta la mancanza di materie prime e di microprocessori e dei rincari sull’energia, perché il nostro è un settore fortemente energivoro. Le risposte date dal Governo finora sono state insufficienti e l’autunno rischia di essere incerto e faticoso”.
“Il sindacato – ha aggiunto Palombella – ha saputo fare la differenza in questi anni, siamo un punto di riferimento e di certezza per i lavoratori”.
Sul nostro territorio, la manifattura deve fare i conti anche con la mancanza di competenze tecniche, ovvero di operai specializzati che le aziende faticano a trovare sul mercato del lavoro. “Servono investimenti, che rappresentano senz’altro un costo per le imprese ma è uno sforzo necessario se vogliamo intercettare il cambiamento – ha spiegato Enrico Azzaro – sono necessarie azioni concrete per connettere il mondo della scuola a quello dell’industria”.
“Le professionalità purtroppo non si inventano in un giorno – ha rimarcato sul tema il segretario nazionale Palombella – vanno costruite negli anni sulla base di una visione che il Paese avrebbe dovuto darsi e che è mancata negli anni. Oggi c’è mancanza di professionalità sia tecniche che scientifiche. Serve dunque uno scatto di tutta la società per considerare di nuovo, come in passato, l’ambito manifatturiero come uno dei più importanti del nostro Paese e anche le aziende non possono sentirsi un corpo distaccato rispetto a questo tema. Se le professionalità sono importanti vanno pagate bene, altrimenti il rischio è quello di creare delle competenze che poi vanno a lavorare all’estero dove sono apprezzati e pagati”.
Il congresso ha ospitato una tavola rotonda che ha visto la partecipazione di Giuseppe Sabella, del prof. Francesco Scianchi del Politecnico e di Francesco Leitner giornalista della testata UIL Lombardia SindacatoTv, in un dibattito moderato dal giornalista lecchese Gianluca Morassi.