Rigenerazione urbana. Gli architetti: “Guardare alle esigenze della città”

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Anselmo Gallucci, presidente dell'Ordine degli Architetti di Lecco

I progetti di rigenerazione urbana in città. Il commento dell’Ordine degli Architetti

“Perché le trasformazioni siano efficaci bisogna partire dalla conoscenza dei luoghi e dalle necessità della città, coinvolgendo gli stessi  cittadini”

LECCO – “La trasformazione urbanistica è un fenomeno che esiste da sempre, perché le città non sono oggetti statici ma in costante mutamento. Oggi se ne dibatte perché il tema è stato sollevato da una legge regionale che sollecita a interventi di rigenerazione e ci invita a consumo minore del suolo. Se vogliamo però che queste trasformazioni siano efficaci, dobbiamo partire dalla conoscenza dei luoghi e soprattutto delle esigenze della città”.

Così Anselmo Gallucci, presidente dell’ordine degli architetti, sui processi di rigenerazione urbana che stanno interessando anche Lecco, con diversi progetti pronti a partire (vedi articolo). Un tema di forte attualità che, non a caso, è stato anche al centro dell’assemblea annuale dell’ordine recentemente svolta (leggi qui):

“Renzo Piano a suo tempo aveva parlato di ‘rammendo urbano‘, un concetto che esprime un’idea di cura e di ricucire, con particolare attenzione. Questa attenzione deve essere posta nella ricerca di soluzioni che rispondano prima di tutto ad un miglioramento della qualità della vita dei cittadini, ancor prima della forma estetica che deve assumere la ricostruzione – spiega Gallucci – Chi ha a cuore la città deve interpretarne le esistenze e questo è sopratutto compito dell’amministrazione a cui spetta il compito di ‘dettare le regole’ urbanistiche”.

Il riferimento è al PGT degli enti comunali e il capoluogo affronterà nei prossimi mesi la discussione sulla cui variante al piano urbanistico: “La nostra preoccupazione, e l’invito che rivolgiamo agli amministratori, è che le regole corrispondano alla giusta destinazione dei luoghi, in rapporto con la città. E’ importante che ci sia un coinvolgimento diretto dei cittadini, che possano esprimere pareri e giudizi. Molto spesso questo non accade”.

Un’altra questione riguarda i vincoli a cui sono soggetti alcuni immobili, il caso più noto in città è quello della Leuci: “La Soprintendenza fa la sua parte – aggiunge Gallucci – ovvero tutelare gli edifici vincolati, i problemi si pongono quando la consistenza di questi immobili rende complicato il loro adattamento alle esigenze attuali. Il lavoro che l’Ordine sta facendo è sollevare l’attenzione delle amministrazioni e dei nostri stessi iscritti affinché, partendo da norme e vincoli, si abbia una maggiore consapevolezza nel trovare soluzioni che siano la risposta più utile per tutti”.