L’analisi del presidente di Federalberghi Lecco, Severino Beri
“C’era sfiducia dopo una pessima primavera. Invece l’estate è andata meglio del previsto”
LECCO – “L’estate? E’ andata bene, sicuramente meglio del previsto”. A sintetizzare l’andamento del turismo lecchese è il presidente di Federalberghi Lecco, Severino Beri: “Venendo da una pessima primavera, con aprile e maggio nulli e un giugno negativo, c’era molta sfiducia. Invece abbiamo registrato un buon mese di luglio, ma soprattutto un ottimo agosto quasi sui livelli del 2019. Pure il mese di settembre si prospetta discreto, anche se non come quello di due anni fa. Nel complesso, comunque, non possiamo certo lamentarci. Abbiamo avuto buoni afflussi dal Nord Europa, ma anche il ritorno degli italiani, che hanno riscoperto soprattutto il lago. Certo mancano i gruppi: dagli Usa, ad esempio, sono arrivati solo singoli turisti”.
E se in questi primi week-end di settembre ci sono buoni numeri (in particolare per il centenario della Guzzi e per il Convegno di Studi Amministrativi di Varenna) la sensazione è che dall’autunno non ci si possa aspettare molto: “Sarà una stagione corta, come negli Anni Settanta. Però abbiamo buone aspettative per il 2022, almeno per quanto riguarda il periodo maggio-settembre”.
L’estate 2021 è stata caratterizzata dal green pass. La posizione di Severino Beri, anche vicepresidente di Confcommercio Lecco, è netta: “E’ stato uno strumento fondamentale per potere restare aperti: sono sempre stato favorevole alla sua introduzione. Ora che si parla di estendere il green pass auspico solo che ci sia un intervento omogeneo. Come Federalberghi chiediamo che ci siano regole uguali per tutti, altrimenti il sistema non funziona oltre a diventare ingiusto”.
Poi il presidente Beri torna sulle prospettive: “Sono convinto che nel 2022 torneremo vicino ai numeri del 2019. Ribadisco: non mi aspettavo risultati positivi già nel 2021, visto come è andata la stagione fino a luglio. Quest’anno, mediamente, dovremmo chiuderlo il 60-70% sopra il 2020, ma ancora con un -50% rispetto al 2019. Ma il turismo si riprenderà anche a Lecco, sono fiducioso”. E sulle azioni che il territorio deve mettere in atto aggiunge: “Prima del Covid stavamo crescendo a grandissimo ritmo e ci sono le condizioni per ritornare a correre. Mi pare che anche la collaborazione con la Camera di Commercio Como-Lecco funzioni sempre più, così come vedo grande attenzione sul fronte della navigazione, che per noi rappresenta un tassello fondamentale. Ad oggi, e forse anche nell’immediato, il turismo per Lecco non potrà “pesare” come a Como per storia e vocazione. Ma siamo sulla buona strada per continuare a crescere. Gli imprenditori hanno investito e continuano a farlo”.
Resta il problema delle infrastrutture: “Se ci si mette meno ad arrivare da Londra a Bergamo che da Bergamo a Varenna… Servono interventi sulle strade, sulle ferrovie. L’occasione delle Olimpiadi 2026 è troppo importante, ma finora non ho visto cantieri aperti. Quando sono state annunciate avevamo davanti 7 anni: ne sono rimasti 5 per migliorare le infrastrutture, anche sul lago e nel Lecchese”.
Con la ripresa del turismo, da tutti auspicata, ripartirà anche il “tormentone” sulla carenza di alberghi e strutture nel territorio. La posizione di Beri non è cambiata negli anni: “Cominciamo a riempire per davvero le nostre strutture e non per qualche settimana all’anno, altrimenti avremo soltanto delle cattedrali nel deserto come sta succedendo nel Milanese. Bisogna arrivare ad avere strutture che coprono il 50% dei posti tenendo conto della media dell’anno: per riuscirci serve destagionalizzare il nostro turismo, impresa che è riuscita da dopo Expo e fino all’arrivo del Covid. Questa è la strada da percorrere per tornare a vedere una crescita importante del nostro turismo”.