Leuci: “A rischio la Cittadella”, lavoratori di nuovo in presidio

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LECCO – Li avevamo lasciati a fine marzo con la gioia per essere riusciti ad evitare la chiusura della fabbrica e con la speranza per quel progetto che dovrà rilanciare l’azienda sul mercato.

Invece scenderanno nuovamente in presidio i lavoratori della Leuci, preoccupati che i tempi per la “Cittadella della Luce” possano allungarsi al punto da metterne in pericolo la realizzazione.

“Il rischio che tutto questo lavoro di anni possa ‘impantanarsi’ – spiega il rappresentante Rsu, Germano Bosisio – sarebbe un vero e proprio schiaffo alla volontà dell’intero mondo del lavoro locale nel tentativo concreto di trovare soluzioni reali e percorribili di riconversione manifatturiera che sia anche l’esempio (costruito dal basso) per altri. Un segnale di speranza nel futuro in un quadro generale pesantissimo di crisi, di chiusure di attività, di continue perdite di posti di lavoro e relativi drammi sociali”.

Nei mesi scorsi alcune linee produttive hanno lasciato la fabbrica ed altre sono in procinto di essere trasferite nella sede centrale di Buccinasco. Anche per questo i lavoratori vogliono tenere alta l’attenzione sulla fabbrica ed evitare che lo svuotamento delle stessa si consumi senza una svolta concreta nel progetto di rilancio.

Così, nell’assemblea svolta nella giornata di giovedì, i lavoratori hanno deciso di organizzare un presidio davanti ai cancelli per lunedì pomeriggio, alla vigilia dell’incontro che vedrà riunirsi la cabina di regia ( che vede insieme Provincia di Lecco, Comune di Lecco, sede territoriale di Lecco di Regione Lombardia, Camera di Commercio di Lecco, Confindustria Lecco, Organizzazioni sindacali dei lavoratori e Politecnico di Milano).

Sarà forse in occasione di quella riunione che Giovanni Battista Spada, professionista incaricato da Leuci per verificare le proposte degli imprenditori interessati all’area, darà l’esito del suo studio. Ma i tempi stringono e lo sanno beni i 90 dipendenti dell’azienda, ai quali a fine anno scadrà il contratto di solidarietà.