Vendemmia quasi conclusa per Consorzio IGT Terre Lariane: “Quantità superiori allo scorso anno”

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(foto archivio)

Risparmiati dalle forti ondate di maltempo i vigneti, con esigui danni

“Alta la qualità dei mosti: in bottiglia aromi e profumi più raffinati”

MONTEVECCHIA – “Nel giro di una settimana, massimo una decina di giorni, completeremo la raccolta”. Era cominciata a inizio settembre, ma adesso manca già davvero poco perché si concluda per Consorzio IGT Terre Lariane la vendemmia 2023, e i risultati si prospettano più che positivi.

Rispetto allo scorso anno abbiamo raccolto una quantità di uva superiore. Non tutte le aziende si trovano allo stesso punto della vendemmia perché i loro vigneti hanno esposizione e altitudine diversi, ma possiamo dire in generale di essere a buon punto – commenta Claudia Crippa, segretaria del Consorzio ed ex presidente, sostituita dopo una decina d’anni da Marco Casati – nel week-end ci siamo fermati per il maltempo ma questa settimana continueremo con il prelevamento delle ultime varietà, Merlot e Syrah, tenendo in considerazione anche i risultati ottenuti dai campionamenti”.

Fanno parte del Consorzio, nato come organismo di tutela, 23 aziende, dislocate sulle colline intorno a Montevecchia e in Alto Lago: sedici di loro portano l’uva nella cantina Viticoltori Lariani della cooperativa, dove ogni realtà produce il suo vino condividendo spazi e attrezzature. Le restanti invece vinificano in proprio.

Tornando all’uva, che vino dobbiamo aspettarci da questa vendemmia 2023? “Sicuramente le piogge primaverili hanno contribuito a innalzare la qualità dei mosti – spiega Crippa -. Se lo scorso anno abbiamo avuto gradazioni alcoliche alte per via del caldo eccessivo che ha fatto maturare prima i grappoli, adesso sono nella norma e per ora possiamo dire che presentano buoni profumi e aromaticità. Nel 2022 giocavamo sulla potenza del vino, quest’anno punteremo su prodotti fini, eleganti“. Si sbilancia già l’ex presidente perché tante varietà (come Chardonnay, Pinot bianchi, grigi e neri e altre) sono già in fase di fermentazione e stanno macerando sulle bucce.

Viene spontaneo chiedersi, dopo quello che si è letto a livello nazionale, se anche nel territorio lariano i continui e intensi episodi di maltempo abbiano provocato danni alle colture e, conseguentemente, influito sulla produzione. Sorprendentemente, emerge che la tendenza, rispetto a quanto accaduto in buona parte del Belpaese, è stata inversa, e che la zona del Lario e in particolare delle aziende facenti parte del Consorzio sia stata una sorta di “isola felice”.

“Un paio di aziende hanno subito danni esigui provocati da grandinate e acquazzoni ma, al di là di questi casi isolati, le altre sono riuscite a scamparla. Una gran fortuna – ammette Crippa -. A metterci a dura prova sono state le piogge primaverili, terreno fertile per malattie della vite come Peronospora e Iodio. Siamo riusciti a cavarcela perché siamo abituati a gestire questo genere di malattie: trovandoci in una zona climatica che ne può favorire lo sviluppo, abbiamo fatto esperienza, mentre magari in altre zone d’Italia come il Centro-Sud c’è minor preparazione e attitudine ad affrontarle. L’altra nostra arma vincente è stata il poter mettere a disposizione delle aziende agronomi e due tecnici a supporto”.