L’incontro in Regione sulla chiusura dello stabilimento Sicor di Teva a Bulciago
L’ipotesi di vendita del sito produttivo è l’unica strada ora per evitare la chiusura definitiva
BULCIAGO – Si è tenuta venerdì mattina in Regione l’audizione in merito alla situazione dell’azienda Teva di Bulciago alla presenza della proprietà, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, datoriali e degli enti locali.
“La scelta di Teva di aprire alla possibilità di una vendita è il primo passo, necessario ma non sufficiente, per proseguire nella ricerca di una soluzione positiva alla chiusura della fabbrica – hanno spiegato i sindacati – Sarà indispensabile che questa dichiarazione di principio non sia solamente di facciata ma che al contrario sia sostenuta da un impegno reale e continuo a cercare, trovare e soprattutto consentire l’ingresso di un nuovo soggetto industriale che valorizzi la capacità produttiva del sito e tuteli e mantenga l’occupazione di tutti i dipendenti Teva”.
Impegnati nella vicenda anche i consiglieri regionali lecchesi Raffaele Straniero del Pd e Mauro Piazza di Forza Italia:
“Ho espresso la grave preoccupazione derivante dall’annuncio della chiusura dello stabilimento e legata sia alla perdita per l’economia del territorio, sia all’occupazione dei 109 lavoratori cui vanno sommati quelli dell’indotto” ha commentato Straniero.
“Ho chiesto anche alla società Teva se la decisione sia irrevocabile e mi è stato risposto che purtroppo lo è – fa sapere Straniero –. Tuttavia, mi sembra di poter considerare un aspetto positivo il fatto che il gruppo abbia dato la sua disponibilità alla cessione dell’azienda. Mi auguro che questa volontà sia perseguita con determinazione, sia per salvare il sito produttivo che i posti di lavoro”.
“L’istituzione regionale ha mostrato un’attenzione particolare verso la situazione Teva di Bulciago, convocando una seduta della IV Commissione, grazie anche all’interessamento degli esponenti lecchesi eletti in Regione” ha sottolineato Mauro Piazza.
“Chiedo che Regione si attivi direttamente con la Proprietà come il caso Henkel, per far sentire la propria voce anche sul piano internazionale, avendo a che fare con multinazionali che devono avere contezza che ci sono istituzioni territoriali a difesa delle aziende e del lavoro” prosegue Piazza.
“Rimane la richiesta ferma di rivalutare la dismissione del sito – spiega il Consigliere regionale- ma emerge la disponibilità di cessione del plesso produttivo, possibilità su cui l’azienda ha dato conferma e il cui percorso va accompagnato dalle istituzioni “.
“Ci sarà il massimo impegno di Regione Lombardia, che sarà a fianco dei lavoratori, come sempre nelle crisi aziendali, per l’attivazione di tutti gli strumenti di ammortizzatori sociali e di reinserimento al lavoro con politiche attive e politiche di reindustrializzazione del sito produttivo in caso della conferma della volontà della società ” conclude Piazza.