LECCO – “Avere abolito l’Imu sulla prima casa è un buon segnale ma purtroppo non basta. Perché come associazione siamo convinti che questo Governo avrebbe potuto e dovuto fare di più. Ora però bisogna tenere alta la guardia perché c’è all’orizzonte la questione Iva: bisogna trovare le risorse per impedire uno sciagurato aumento dal 21 al 22%. Un aumento che sarebbe un colpo pazzesco per le famiglie e le imprese. Senza dimenticare lo spauracchio della Service Tax: visto quanto successo con la tassazione locale c’è da avere paura per l’impatto nel 2014 di questa nuova imposta”.
Peppino Ciresa, presidente di Confcommercio Lecco, è molto preoccupato della situazione e delle prospettive alla luce delle ultime scelte del Governo Letta: “I timidi segnali di ripresa ancora non hanno prodotto effetti sui consumi e proprio per questo vanno incoraggiati con politiche di sostegno alla domanda interna che – per consumi ed investimenti – rappresenta l’80% del Pil. Ecco perché Confcommercio chiede alla politica tutta e al governo di evitare battaglie di parte e trovare le risorse indispensabili al superamento definitivo dell’aumento dell’aliquota dal 21 al 22%. Come ben fotografato dall’ufficio studi di Confcommercio gli effetti sarebbero negativi sotto tutti i punti di vista, dai prezzi ai consumi, dall’occupazione al gettito”. Quindi un’amara constatazione: “In un momento così delicato per il nostro Paese con una situazione politica a dir poco incerta e un Governo che deve concentrarsi sul rilancio dell’economia non ho capito il senso della nomina dei quattro senatori a vita. Nulla da togliere al valore di queste persone che hanno dato lustro all’Italia in diversi campi ma non era questo il momento! E non è solo una questione di opportunità legata ai costi di questa operazione. Non è un segnale di cui avevano bisogno famiglie, cittadini e imprese alle prese con una crisi che toglie lavoro e risorse. Purtroppo la sensazione è ancora una volta di una politica completamente distaccata dai bisogni reali”.
Poi ritorna agli ultimi provvedimenti in particolare quelli legati all’Imu: “E’ da apprezzare l’abolizione dell’Imu sugli immobili invenduti ma la decisione di lasciare immutata l’Imu sugli immobili strumentali non è stata una bella sorpresa e anche la parziale deducibilità dal reddito non produrrà apprezzabili benefici. Per questo continuiamo a chiedere l’esenzione Imu per le imprese”.
Senza dimenticare il capitolo della Service Tax: “Ci sono molti dubbi. La perplessità è anche legata all’esperienza del federalismo all’italiana! Purtroppo la tassazione locale è inesorabilmente cresciuta anno su anno, sia pure con carichi territoriali differenti. Il timore è che il nuovo tributo vada a incidere in modo ancor più pesante sulle tasche delle famiglie e delle imprese che già entro fine anno dovranno fare i conti con la Tares”