LECCO – Una nuova tegola si è abbattuta sulla vicenda del Tubettificio Europeo: un’inchiesta della Guardia di Finanza che, coordinata dalla Procura, sta verificando il mancato versamento di contributi e tributi per l’anno 2014; indagato il presidente Manilio Giorgetti. Si parla di oltre un milione di euro che, secondo gli inquirenti, potrebbero non essere stati versati all’erario.
La finanza ha messo sotto sequestro il patrimonio personale e familiare dell’indagato, oltre 800 mila euro in quote societarie, contanti e macchine di lusso intestate a moglie e figlio.
Il Tubettificio Europeo Spa era fallito il 1 di giugno, lo stesso giorno i lavoratori avevano affossato la possibilità di ripartire, a stipendi e orari ridotti, con la newco Tubettificio Europeo srl.
“I lavoratori non avevano fiducia nella proprietà dell’azienda e i fatti, ad oggi, danno loro ragione. Ora aspettiamo che la magistratura concluda le indagini – spiega Mauro Castelli, sindacalista della Fiom Cgil- Lo avevamo già segnalato durante l’incontro in Provincia, ci risultano 300 mila euro di contributi previdenziali dei lavoratori che non sarebbero stati versati al Fondo Cometa. Così come non sarebbe stato elargito alle finanziarie un quinto dello stipendio prelevato dalle buste paghe dei lavoratori che avevano richiesto prestiti”.
“E’ un fatto grave – rincara Enrico Azzaro della Uilm – oggi quei lavoratori si ritrovano segnalati nel Registro dei Cattivi Pagatori, quindi loro e i loro stretti familiari non potranno richiedere prestiti. Non è escluso che gli ex dipendenti intentino una causa collettiva contro il loro ex titolare per danni economici ma anche di immagine”.
Nel frattempo resta aperto il bando per l’affitto di un ramo di azienda e il 18 luglio avverrà l’apertura delle buste con le offerte degli imprenditori interessati. Potrà essere questa l’occasione per vedere riprendere la produzione all’interno della storica fabbrica di Pescarenico.