SESTO S. GIOVANNI – Spento definitivamente l’inceneritore di Sesto San Giovanni. Nelle prossime settimane sarà dismesso e demolito per dare inizio ai lavori di costruzione della nuova Biopiattaforma.
La biopiattaforma, un progetto unico in Italia e il più importante a livello europeo, avrà due linee di produzione: una per la trasformazione dei rifiuti umidi in biometano, Forsu (frazione umida organica), biocombustibile che riduce l’emissione di anidride carbonica del 97%.
L’altra per la trasformazione dei fanghi in fertilizzante e in energia termica per il teleriscaldamento. I fanghi, prodotti ogni anno dai 40 depuratori del Gruppo Cap che fino a oggi erano materia di scarto serviranno a produrre 11.120 MWh/anno di calore per il teleriscaldamento e recuperare fosforo da impiegare come fertilizzante. In questo modo, il 75% dei fanghi verrà trasformato in energia e il 25% in fertilizzante.
L’atto ufficiale, questa mattina, nella sede di via Manin. Presente l’assessore all’Ambiente e Clima della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo ed i sindaci dei Comuni del Consorzio che finora hanno ‘bruciato’ i rifiuti: Roberto Di Stefano (Sesto San Giovanni), Giacomo Ghilardi (Cinisello Balsamo), Angelo Rocchi (Cologno Monzese), Luigi Gianantonio Magistro (Cormano), Ivonne Cosciotti (Pioltello) e Paolo Micheli (Segrate). Intervenuti, tra gli altri, Michela Palestra, (Città metropolitana di Milano) e Alessandro Russo (presidente Gruppo Cap).
“È una giornata storica per Sesto San Giovanni, per il Nord Milano e per tutta la Lombardia, perché dopo 20 anni si spegne il vecchio inceneritore, acceso nel 2001, e si apre una nuova era, dove il rispetto per l’ambiente e la trasformazione dei rifiuti in un’ottica di economia circolare saranno i capisaldi del futuro”. Così il sindaco Roberto Di Stefano, alla cerimonia dello spegnimento del termovalorizzatore.
“La sfida che abbiamo di fronte – ha detto l’assessore all’ambiente, Raffaele Cattaneo – è quella di dimostrare che l’ambiente è il nuovo nome dello sviluppo e che questo orienterà l’azione delle imprese. E questo è particolarmente vero in Lombardia perché siamo all’avanguardia non solo in Italia ma anche in Europa e nel mondo sul fronte dell’economia circolare”.
“Il nostro oggi è un sistema che produce 4,6 milioni di tonnellate di rifiuti urbani all’anno – ha spiegato Cattaneo – quindi ognuno di noi ne produce 460 kg, ma produce anche 33 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, di rifiuti delle attività produttive, e il nostro sistema oggi, grazie alla raccolta differenziata che è al 72% recupera come materia il 62% di quei 4,6 milioni di tonnellate e avvia a recupero di materia addirittura l’80% dei 33 milioni di rifiuti speciali”.
La biopiattaforma sarà un impianto innovativo che ospiterà un polo di ricerca avanzata. Entrerà, inoltre, da subito, nello scenario della ricerca internazionale con Circular Biocarbon, il progetto Horizon 2020 che sarà co-finanziato dall’Unione Europea. L’obiettivo è lo sviluppo di una bioraffineria dagli standard avanzati basata sulla valorizzazione dei rifiuti umidi per ottenere prodotti ad alto valore aggiunto, pronti per la commercializzazione.